Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Il Governo presenterà un ddl costituzionale per abolire le province

Il Governo presenterà un ddl costituzionale per abolire le province

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Il premier, anche alla luce del pronunciamento della Consulta, durante il vertice ha confermato l’intenzione del governo di presentare un ddl costituzionale per l’abolizione delle Province.  
Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il parlamento Dario Franceschini oggi al termine di un vertice di maggioranza.
"Dopo che ieri la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il decreto sull’abolizione delle province, porteremo domani in Cdm un ddl costituzionale sull’abolizione delle province", ha detto il ministro.
Ieri la Corte Costituzionale ha sentenziato che la riforma sul taglio delle province è incostituzionale perché sancita per decreto, strumento "non utilizzabile per realizzare una riforma organica".
Immediata il plauso soprattutto del Pd, tramite un comunicato dell’on. Roberto Speranza, presidente dei deputati pd: "Siamo particolarmente soddisfatti per l’esito dell’incontro con il governo. Abbiamo chiesto all’esecutivo di presentare da subito un ddl costituzionale per l’abolizione delle province e insistito sulla necessità di accelerare nel pagamento dei crediti alle imprese. In entrambi i casi abbiamo ricevuto risposte puntuali e soddisfacenti".
"Già domani il consiglio dei Ministri discuterà il ddl costituzionale sulle province. Infine, il 18 luglio ci ritroveremo per ridefinire tutta la questione della tassazione sulla casa. Nonostante le difficoltà a tutti ben note, registriamo positivamente la determinazione con la quale il governo sta affrontando le vere emergenze del paese".
E a primo acchito sembra una buona notizia, anche perché la mancata abolizione delle Province poteva (ma può ancora?) significare un maggiore accanimento finanziario nei confronti di altri dicasteri, come appunto l’Istruzione.
In ogni caso, se uno spettro si allontana, altri mostrano le loro ombre e sempre che anche quest’ultimo non si riaffacci.