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Il governo reagisce al fenomeno bullismo

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La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, intervenendo alla trasmissione ‘Sunday Tabloid’ su Rai2, nel corso della quale è stato presentato il programma ‘Mai più bullismo’, ha esposto pure le iniziative del Governo contro questo fenomeno, che fra l’altro sta interessando anche l’Europa:  “L’azione del governo non pensa solo a sanzioni, per vincere il bullismo serve una strategia, a cominciare dalla famiglia. La scuola si deve aprire e lo stiamo facendo. E’ importante aver stanziato dei fondi, i 2 milioni sono quelli di quest’anno; il fenomeno purtroppo sta dilagando e serve una reazione che difenda i ragazzi, anche i bulli, che sono vittime di sé stessi”

 

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“Io credo che solo con una sfida educativa- ha continuato la ministra-  possiamo affrontare efficacemente questo fenomeno, c’è poi anche una dimensione culturale e una relazionale perché alla fine c’è un bullismo anche tra adulti. Nel bullismo ci sono due dimensioni – ha osservato Giannini – una riguarda il soggetto che è colpito da questo fenomeno, che spesso denota non un atteggiamento di denuncia ma più di introversione, e la formazione che noi stiamo facendo – sia ai ragazzi che agli insegnati – per denunciare dove succede questo. Tutto ciò con lo scopo di mettere in comune questa sofferenza, che poi riguarda tutta la comunità”.

“Su questo fenomeno abbiamo fatto un bellissimo progetto da due anni a questa parte che si chiama ‘Generazioni connesse’ – ha spiegato ancora la titolare di Viale Trastevere – che è una piattaforma online dove tutti i ragazzi trovano già 200mila studenti coinvolti in tutta Italia, dando loro la possibilità di verificare che la loro non è una storia isolata e questo è fondamentale”.

Il fenomeno della diffusione delle immagini sulla Rete “trasforma una vicenda isolata in qualcosa di virale e di diffuso nel mondo. Però noi abbiamo la possibilità di agire tempestivamente, e questo avviene – ha concluso – in una singola scuola e in ogni singola classe, con l’aiuto tra l’altro dell’Ufficio scolastico regionale e di esperti, e in qualche caso anche con il sostegno della Polizia postale”.