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Il supplente stabile: una possibile soluzione ai problemi del precariato nell’ottica dell’autonomia

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La proposta del “supplente stabile” presentata a nome dell’Asasi (Associazione delle scuole autonome siciliane) e formulata da tempo nell’ottica di una maggiore efficacia didattica, oggi, a seguito delle proteste dei tanti docenti precari, rimasti senza incarico annuale e delle difficoltà di assunzione dei supplenti, sembra prendere consistenza e possibilità di attuazione.

Ancor meglio dell’erogazione di un’indennità di disoccupazione o degli “ammortizzatori sociali”, la proposta Asasi si esplica nell’assegnare un incarico di supplenza ai docenti rimasti senza riconferma di incarico
Individuati sempre dalla graduatoria e nel rispetto dei punteggi acquisiti i docenti possono essere utilizzati come “dotazione organico aggiuntiva” a tutte le scuole in relazione alla consistenza numerica degli alunni e dei plessi.
Tale possibile soluzione non mortifica la dignità professionale, assegnando un beneficio senza lavorare, ma contribuisce ad una migliore soluzione della difficile organizzazione scolastica, che dovrà gestire già sin dal 21 settembre il problema dei supplenti
I docenti ancora “precari” beneficeranno del punteggio relativo all’intero anno di servizio e della retribuzione in corrispondenza ai giorni di effettivo servizio.
 Nelle scuole con tante classi difficilmente il docente “supplente stabile” resterà disimpegnato e quindi anche la retribuzione sarà quasi completa , anche perché potrà svolgere all’interno della scuola altre attività progettuali integrative previste dal Piano dell’Offerta Formativa.
Il vantaggio primario di questa proposta è ben evidente nella pronta soluzione ad un problema emergente nella scuola, si alleggerisce il carico di lavoro delle segreterie, (574 telefonate prima di trovare un supplente), i tempi di convocazione e di nomina, ma ancor più si consegue un positivo beneficio didattico per gli alunni, verso i quali la scuola ha il dovere della custodia e della sorveglianza.
La presenza del “supplente stabile” eviterà che la supplenza si limiti soltanto ad un servizio di sorveglianza frammentario ed occasionale, dato che il supplente nominato per telefono, anche solo per un giorno, come chiedono i sindacati, arriva a scuola a fine giornata e non può svolgere il servizio richiesto,
Il docente “supplente stabile”, una volta nominato, fa parte integrante della scuola, ne condivide problemi e progetti, la sua presenza diventa attiva e funzionale, comincia a conoscere le classi e gli alunni, studia il Piano dell’Offerta Formativa, vive la vita della scuola ed interviene meglio anche nel settore didattico. Si collega ai docenti per una reale continuità, rende fruttuoso il servizio della supplenza inteso come “presenza alternativa” al docente titolare e garantisce continuità ed efficacia produttiva all’insegnamento.
Si eviterà così che gli studenti, tornando a casa ripetino ai genitori la formula “oggi non abbiamo fatto nulla, perché c’è stata supplenza. ed i genitori segnino sul calendario i giorni durante i quali i ragazzi a scuola non fanno nulla.
Se questa proposta risponde ad un’emergenza scolastica, ad un disagio occupazionale e lavorativo dei circa 16 mila precari, rimasti senza nomina, ed oltretutto apporta un beneficio alla didattica e all’insegnamento, perché non renderla subito applicata, con l’impegno di non riaprire altre graduatorie, di portare ad esaurimento tale soprannumerarietà e nello stesso tempo diminuire il numero degli alunni per classe , a beneficio di una didattica efficiente e produttiva e di una scuola che tende alla qualità.
 

Giuseppe Adernò
 Asasi Catania