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Imparare una lingua straniera a scuola? Come andare in bicicletta, non si dimentica più

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I docenti di lingue possono stare tranquilli: i loro alunni non dimenticheranno più quanto appreso tra i banchi di scuola, anche a distanza di decenni. La confortante notizia arriva dal quotidiano londinese The Times, secondo il quale alcuni ricercatori dell’università di  York avrebbero scoperto che una volta imparata, un lingua straniera non si dimentica più. Come andare in bicicletta, insomma!

Dopo avere studiato un campione di oltre 500 persone diplomatesi tra il 1970 e il 2020 in una sezione di francese, gli studiosi – dopo svariati test di vocabolario e grammatica – hanno constatato che le competenze linguistiche dei giovani diplomati e quelle dei loro “compagni” anziani erano più o meno le stesse. Secondo i ricercatori, il nostro cervello funzionerebbe come un deposito di stoccaggio in cui le parole imparate in una lingua straniera si vanno a depositare, interagiscono tra loro stimolandosi a vicenda e mantenendosi vive anche su lunghissimi periodi.

Interrogata dal Times, la professoressa Monika Schmid, direttrice del Dipartimento di linguistica dell’università di York, afferma che questa ricerca dimostra l’infondatezza dell’idea secondo cui una lingua che non si pratica sia destinata a perdersi. A differenza di altre materie come la matematica, la storia o le scienze, l’apprendimento delle lingue sopravvive al trascorrere del tempo.   

Con tutto il rispetto per i ricercatori inglesi, ci avvaliamo del diritto alla perplessità. Crediamo, infatti, che le competenze in una lingua straniera non possano esaurirsi nel ricordo di alcuni termini e regole grammaticali. Per mantenere vive le abilità di comprensione e produzione, occorre una pratica costante, un allenamento continuo e regolare. Chi non ha la possibilità di viaggiare spesso, dovrà leggere giornali e riviste, vedere film, partecipare a dei club di discussione in presenza oppure online. Insomma, per mantenere almeno un livello di sopravvivenza A2 in una o più lingue occorre un certo impegno. Perché, in fondo, anche riprendere la bici dopo vent’anni potrebbe causare qualche problema di equilibrio.