Home Attualità Impronte digitali scuola, dagli studi sulle competenze digitali ai rilevamenti biometrici

Impronte digitali scuola, dagli studi sulle competenze digitali ai rilevamenti biometrici

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L’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), istituita dal governo Monti nel 2012, è un’agenzia pubblica preposta alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda Digitale italiana, ovvero la declinazione nostrale dell’Agenda Digitale Europea, che rappresenta una delle (sette) iniziative strategiche del piano di sviluppo dell’Unione Europea per la crescita e l’impiego.

Lo sviluppo delle competenze digitali è uno dei “pilastri” dell’Agenda, un obiettivo rilevante e pervasivo che riguarda l’istruzione in modo diretto. L’AgID, illustrando la strategia di crescita, affida il compito di sviluppare l’alfabetizzazione digitale nel Belpaese alla Coalizione Nazionale per le Competenze Digitali, un organismo al quale partecipano sia soggetti pubblici che privati, e che ha prodotto (marzo 2015) un ulteriore documento di riferimento.

L’AgID e la sua Coalizione individuano, dal punto di vista della scuola e del digitale, alcuni elementi prioritari:
• arrivare in “tempi brevi” al 100% delle aule collegate ad Internet;
• fare in modo che il rapporto scuola-famiglia sia “sempre più digitalizzato in termini di servizi”;
• prevedere “nuove competenze” all’interno dei curricula scolastici, individuando la “penetrazione nei programmi scolastici di argomenti legati alle competenze digitali” come metrica “ben definita” atta a misurare i benefici delle iniziative.

Affidano inoltre alla riforma della Buona Scuola, in sinergia con il Piano Nazionale Scuola Digitale del MIUR, la definizione e l’attuazione degli interventi, garantendo “assistenza e supporto”. Un gran lavoro di organizzazione e competenze per lo sviluppo economico e culturale dell’Italia.

Arriviamo ai giorni nostri (2019 ) data in cui si sarebbero dovute tirare le somme di questo grande sforzo di alfabetizzazione digitale, e invece ci troviamo arenati in discussioni, quasi irrealistiche, sulle impronte digitali per i Dirigenti scolastici, discussioni lontane anni luce da quelle ben più complesse sull’alfabetizzazione digitale.

Fiumi di inchiostro per stabilire la coerenza o meno sul fatto che i Dirigenti scolastici debbano dimostrare la loro presenza a scuola tramite rilevamenti biometrici basati sulle impronte digitali. Chi scrive auspica un ritorno alle riflessioni riguardanti le competenze digitali per cercare di far salire l’asticella culturale del nostro Paese.