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In Francia, il Governo prende atto della crisi del sistema scolastico e corre ai ripari

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Il sistema è malato, due sono i sintomi più preoccupanti: la scarsa attrattività della professione docente e il calo dei livelli medi di conoscenze e competenze degli studenti.

È quanto emerge dal Rapporto pubblicato qualche giorno fa – come riporta il sito del quotidiano francese La Dépêche – dall’Alto Commissariato alla Strategia e al Piano, un organismo simile al nostro Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica.

In Francia, dunque, c’è allarme per un sistema scolastico che nel corso degli ultimi tre decenni non ha smesso di decrescere, di accusare i colpi di una crisi strutturale e pedagogica.

Da un lato, infatti, ciò che inquieta il Governo è la crescente disaffezione per una professione – quella docente – che non riesce più ad attrarre i giovani laureati. Tanto che negli ultimi concorsi a cattedra il numero dei candidati è calato di molto: nel 2025, 3000 in meno rispetto al precedente. Non solo, aumentano i docenti che abbandonano la professione, un fenomeno rarissimo fino a dieci anni fa, oggi in forte e allarmante espansione: erano il 2% nel 2002, diventano il 15% nel 2022. Parliamo di giovani docenti che decidono di dare le dimissioni dopo qualche anno dall’immissione in ruolo. Le cause? Nel Rapporto si parla di un grave sentimento di declassamento della professione: soltanto il 7% dei docenti pensa che il loro lavoro sia valorizzato, percentuale che sale al 30% in media nei Paesi OCSE. Non si tratta soltanto degli stipendi bassi e inadeguati, ma anche della sensazione di essere abbandonati a se stessi, senza un sostegno formativo, né un supporto da parte dei dirigenti e con un carico di lavoro sempre più di tipo burocratico e amministrativo. Risultato: a settembre 2024, circa 3.200 posti di insegnamento sono rimasti vacanti. 

L’altra faccia della crisi, dicevamo, è l’inarrestabile perdita di competenze da parte degli studenti, soprattutto in matematica, ma anche in scienze. Peggioramento certificato dai programmi di valutazione internazionali – PISA, PIRLS, TIMSS – che vedono i ragazzi e le ragazze francesi nelle parti basse della classifica, al di sotto della media Ocse: nell’ultima rilevazione TIMSS in matematica e scienze, con una media Ocse e UE di 509 punti, gli studenti francesi ne hanno ottenuti 479.

Due crisi parallele, dunque, o le due facce di uno stesso decadimento?

Secondo l’Alto Commissariato, c’è un rapporto di causa-effetto tra i due malesseri del sistema: la professione docente è meno attrattiva e di conseguenza c’è sia una “crisi vocazionale” che un malessere diffuso. Ciò fa sì che la qualità dell’insegnamento si impoverisca sempre di più, con una ricaduta negativa sugli apprendimenti degli alunni.

Il Governo conta, tuttavia, di invertire la tendenza nel breve termine, grazie alla riforma della formazione iniziale dei docenti avviata proprio a marzo di quest’anno: tra le tante novità, un nuovo corso di laurea specifico per la docenza nella scuola primaria e due anni di master formativo retribuito per i docenti laureati che vorranno dedicarsi all’insegnamento.