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Inclusione e disabilità visiva, 350 studenti nei panni di un non vedente per sensibilizzare sul tema: il progetto SENSES

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Come infondere consapevolezza in relazione al tema della disabilità visiva tra gli studenti? Il progetto SENSES (“Seeing with new eyes”), ci ha provato con un’iniziativa che ha visto 350 studenti di istituti superiori della provincia di Trento nei panni di una persona non vedente per un giorno.

Disabilità visiva, quanta consapevolezza tra gli studenti?

Gli alunni si sono goduti una merenda al buio a bordo di “Dark on the Road”, il veicolo-ristorante della cooperativa sociale Abilnova e poi sono stati guidati in questa esperienza da camerieri ciechi imparando a orientarsi nel buio, a mangiare e a scoprire il cibo senza poterlo vedere. Gli studenti hanno anche partecipato ad una lezione di 50 minuti sul tema della disabilità visiva.

L’impatto della partecipazione alle attività del progetto sugli studenti è stato valutato dall’Istituto per la Ricerca Valutativa delle Politiche Pubbliche della Fondazione Bruno Kessler attraverso uno studio randomizzato, i cui autori sono Federico Podestà, Davide Azzolini e Sergiu C. Burlacu.

Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Caritro e ha coinvolto i seguenti istituti: l’Istituto Tecnico Tecnologico Michelangelo Buonarroti di Trento, il Liceo Antonio Rosmini di Rovereto e l’Istituto Istruzione Superiore don Milani di Rovereto.

Lo studio, come afferma Davide Azzolini, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler, dove si occupa di tematiche collegate alla valutazione di politiche e interventi in ambito scolastico e di diritto allo studio, indica che l’intervento ha accresciuto, negli studenti, la conoscenza della disabilità visiva, la loro capacità di mettersi nei panni degli altri e la loro consapevolezza sulle capacità delle persone con disabilità visiva di condurre una vita qualitativamente simile a quella degli individui senza disabilità.

I risultati dello studio

Ecco cosa emerge dai risultati dello studio: “Questi risultati dimostrano il potenziale di interventi che combinano informazione mirata e sperimentazione della prospettiva di altre persone. Si tratta, pertanto, di un contributo conoscitivo importante per tutte le realtà scolastiche che, in collaborazione con enti locali e realtà territoriali, sono impegnate ad attivare strategie che potenzino i processi di inclusione degli studenti con disabilità”, ha detto l’esperto.

“Allo stesso tempo, l’intervento valutato non ha prodotto effetti sulle credenze che operano a livello subcosciente, sulla volontà di interagire socialmente con le persone non vedenti o sull’altruismo nei loro confronti. Per approfondire questi aspetti, e per identificare gli interventi più efficaci verso tutte le disabilità, sono necessarie ulteriori ricerche e la sperimentazione di interventi informativo-esperienziali più lunghi e maggiormente integrati nelle attività scolastiche”, ha aggiunto Azzolini.

“È fondamentale che gli studenti ‘normodotati’ acquisiscano una buona conoscenza delle disabilità e si rapportino nei confronti dei loro pari senza pregiudizi, ma con consapevolezza e informazione”, ha concluso.