
Il mondo dell’istruzione torna a farsi sentire. Stavolta non si tratta di uno sciopero come quello per Gaza, ma di una mobilitazione nazionale legata a questioni interne. Precisamente alle nuove Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, elaborate dalla commissione Perla e promosse dal Ministro Giuseppe Valditara, hanno suscitato un’ondata di critiche da parte di scuola, università, cultura, associazioni e sindacati.
Manifestazione a Roma davanti al ministero
Per questo, il Tavolo Nazionale per la scuola democratica, promosso da numerose realtà tra cui FLC CGIL, ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale il 18 ottobre 2025, con eventi diffusi su tutto il territorio. A Roma è previsto un presidio dalle ore 10 in viale Trastevere, davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per chiedere al governo un intervento netto sull’argomento.
I componenti del Tavolo Nazionale per la scuola
A comporre il tavolo sono le associazioni ActionAid, ANFIS, Baobab, CEMEA, Centro Studi Clotilde e Maurizio Pontecorvo, CESP, CGD, Circolo Gianni Bosio, CIDI, CLIO 92, COBAS Scuola, CVE, FLC CGIL, Fondazione don Lorenzo Milani, Fondazione Massimo Fagioli Ets, Gruppo Nazionale Nidi Infanzia, Legambiente Scuola e Formazione, LIBERA, MCE, Mo(R)EMA, Proteo fare sapere, Rete Educazioni, Tavolo SaltaMuri, UDS, Unione degli studenti medi.
Cos’ha detto il Consiglio di Stato sulle indicazioni
Anche il Consiglio di Stato, ricordano i promotori dell’iniziativa, ha sospeso il proprio parere sul documento, segnalando la presenza di “lacune strutturali” e di “criticità” in diversi ambiti. Il testo, che intende essere prescrittivo, è accusato di proporre una visione di scuola “identitaria e autoritaria, di un insegnamento trasmissivo e nozionistico, che esalta il principio individualistico – elitario e selettivo – del talento della persona”.
“Radicale discontinuità culturale e pedagogica”
Da qui la scelta di mobilitarsi, illustrata dalle associazioni in una lettera inviata ai collegi docenti per estendere la partecipazione. “Fin dall’avvio del processo di revisione delle Indicazioni Nazionali abbiamo espresso gravi preoccupazioni in merito all’intenzione di fondare l’innovazione della scuola su una radicale discontinuità culturale e pedagogica rispetto a quelle del 2012”, si legge nel documento.
“Pericolosa involuzione, riscrittura frettolosa”
Le nuove Indicazioni “promuovono un modello trasmissivo e selettivo di scuola, in cui si abbandona l’idea di una cittadinanza planetaria, di una cultura della pace per ripiegare su un’educazione che esalta l’identità nazionale, il primato dell’occidente, l’ordine e l’obbedienza”. Da sottolineare anche la rapidità del processo di stesura: “si tratta di una pericolosa involuzione operata attraverso un processo unidirezionale e frettoloso di riscrittura delle I.N. vigenti”.
“Indicazioni incoerenti con Costituzione e Ue”
Particolare rilievo viene dato al parere sospeso del Consiglio di Stato, che come detto ha evidenziato diverse criticità e lacune strutturali nel documento. Tra le altre, ricordano i promotori della mobilitazione, “l’incoerenza del testo delle Indicazioni nazionali 2025 con i principi costituzionali e gli atti dell’Unione Europea; l’assenza di un’adeguata motivazione del cambiamento alla luce del percorso che ha portato alla stesura delle I. N. 2012”.
L’appello dei promotori al mondo della scuola
Da qui l’iniziativa delle associazioni, che hanno chiesto a tutti i rappresentanti del mondo della scuola di unirsi per manifestare il dissenso. Partecipando all’iniziativa di oggi, ma non solo. “Invitiamo chi non si riconosce in questo progetto di scuola a partecipare alle iniziative dei Tavoli inter-associativi costituiti a livello locale e alla mobilitazione nazionale diffusa del 18 ottobre 2025”.




