Oggi, 16 ottobre si svolge il question time alle 15 al Senato, dove sono previsti gli interventi dei ministri Matteo Salvini (Trasporti), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Giuseppe Valditara (Istruzione e Merito).
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Le interrogazioni a Valditara
Prima interrogazione: ddl alunni plusdotati
GASPARRI, OCCHIUTO, DAMIANI, DEROSA, FAZZONE, GALLIANI, LOTITO, PAROLI, RONZULLI, ROSSO, SILVESTRO, TERNULLO, TREVISI, ZANETTIN – Al Ministro dell’istruzione e del merito – Premesso che:
pochi giorni fa il Senato ha approvato il disegno di legge dedicato agli alunni e agli studenti ad alto potenziale cognitivo. È un provvedimento importante, che colma una lacuna del nostro ordinamento e riconosce finalmente il diritto di questi ragazzi ad essere accompagnati, compresi e valorizzati. Il talento, soprattutto quando è precoce, non è una forza invincibile. È fragile, come una fiamma che va custodita. E se non viene protetta, rischia di spegnersi. Il testo approvato prevede una delega al Governo per definire criteri e strumenti uniformi, un piano triennale di sperimentazione per l’inclusione scolastica e la formazione dei docenti, e un sistema di consulenza alle famiglie per rafforzare la collaborazione tra scuola, sanità e territorio. È una legge che guarda avanti, con una visione culturale ed educativa nuova: una scuola capace di prendersi cura dei talenti, ma anche delle fragilità. Perché la scuola non deve soltanto insegnare: deve ascoltare, accogliere, riconoscere. Deve essere il luogo dove la differenza non divide, ma diventa ricchezza condivisa. Questo percorso nasce da un lavoro condiviso in 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) che ha visto Forza Italia tra i suoi principali ispiratori. Allo stesso modo, il Gruppo ha promosso la proposta sullo psicologo scolastico, perché crede in una scuola che non formi solo menti, ma persone, e che faccia del benessere e della crescita interiore la sua vera missione;
il gruppo di Forza Italia è quindi profondamente impegnato su questi temi e si attende che il Governo prosegua con determinazione e rapidità su questo percorso, rendendo concreti gli strumenti che sono stati costruiti insieme,
si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo intenda dare attuazione concreta a questo progetto, valorizzando le esperienze già presenti nelle scuole, formando i docenti e sostenendo le famiglie, affinché nessuna intelligenza, nessuna sensibilità, nessuna creatività vada perduta. Ogni ragazzo ha dentro di sé una scintilla. Il compito della scuola e della politica è proteggerla dal vento dell’indifferenza. Perché se quella scintilla si accende, illumina non solo la sua strada, ma anche la nostra.
La risposta di Valditara: “Abbiamo creduto fortemente in questo ddl che introduce per la prima volta l’inclusione degli alunni con alto potenziale cognitivo. Diamo piena attuazione alla Raccomandazione del Consiglio d’Europa che parla di urgenza di fornire a questi studenti condizioni di insegnamento adeguate, per non sprecare i talenti. La nostra politica si è già concentrata sulla personalizzazione della didattica, senza lasciare indietro nessuno. L’obiettivo è che tutti vengano valorizzati e sostenuti”.
“Per questo abbiamo introdotto docente tutor e orientatore, e la Legge sull’IA, che stabilisce la possibilità di inserire nei PDP degli studenti ad alto potenziale attività volte all’acquisizione di ulteriori competenze, attraverso esperienze di apprendimento nelle istituzioni di formazione superiore. L’obiettivo è agevolare il conseguimento del titolo universitario abbreviandone i tempi. Il Governo continuerà a sostenere il provvedimento nel suo iter, come il tema dello psicologo a servizio degli studenti e assicurerà l’impegno ad assicurare l’attuazione delle deleghe al fine di garantire il diritto allo studio degli studenti plusdotati e avviare azioni mirate alla formazione dei docenti”.
Seconda interrogazione: Nuove Indicazioni Nazionali
D’ELIA, BOCCIA, CRISANTI, RANDO, VERDUCCI – Al Ministro dell’istruzione e del merito – Premesso che:
con la nota del 29 agosto 2025, il Ministero dell’istruzione e del merito ha trasmesso al Consiglio di Stato lo schema di regolamento recante “Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione”;
nel parere espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato del 17 settembre 2025 sono evidenziati numerosi profili critici, in primis sulla “complessiva neutralità finanziaria dell’intervento” che “non risulta validata (…) dalla formale verifica a cura della Ragioneria generale dello Stato. Nondimeno, tale relazione è munita della c.d. bollinatura (…) Peraltro, di là dalle enunciazioni di principio, la Sezione osserva che talune delle indicazioni formulate sollevano il dubbio circa l’effettiva disponibilità di mezzi e risorse per il conseguimento degli obiettivi delineati”;
inoltre, “l’analisi di impatto della regolamentazione appare, per molti rispetti, inadeguata allo scopo”, si limita ad evocare non meglio definite “criticità di tipo normativo”, “tace – se non in termini di enunciazioni di principio – delle ventilate criticità di ordine amministrativo, economico, sociale, ambientale e territoriale constatate nella situazione attuale”, non evidenzia “i cambiamenti di rilievo e le concrete dinamiche evolutive riscontrate nel sistema formativo nell’arco temporale della vigenza delle Indicazioni approvate nell’anno 2012” e non analizza “i concreti e decisivi fattori economici, sociali, storici e culturali che hanno indotto ad una valutazione di (parziale) inadeguatezza dell’attuale assetto regolatorio”;
secondo la sezione “si tratta di lacune che non rendono percepibili tutte le innovazioni sostanziali, e a fortiori la loro adeguatezza strumentale, rispetto alle vigenti Indicazioni, circostanza che assume rilievo non solo ai fini del presente esame dello schema, ma anche ai fini delle attività di adeguamento richieste ai destinatari dell’atto”;
con riferimento al paragrafo 2 (“Obiettivi dell’intervento e relativi indicatori”) dell’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR), nel parere si ritiene “meritevole di chiarimento” la locuzione secondo cui “la finalità dell’intervento è la rigenerazione del paradigma formativo che sottende la scuola costituzionale, orientato alla promozione dell’autonomia critica, della responsabilità individuale e della partecipazione civica”, che è giudicata “alquanto ambiziosa”, ma vaga ed indefinita, poiché, risultando invariato il quadro costituzionale di riferimento, sarebbe necessario specificare i concreti termini della “rigenerazione”, indicando le parti delle vigenti indicazioni considerate non coerenti con un tale obiettivo;
secondo la sezione “l’insistito riferimento alla ‘dispersione digitale’ appare, di per sé, poco chiaro, essendo necessario individuarne la definizione univoca e la portata dimensionale del fenomeno, e, in coerenza, le concrete manifestazioni, i fattori che la determinano, gli strumenti individuati come correttivi, correlandoli a degli indicatori che misurino, in forma predittiva, gli effetti attesi”;
sotto il profilo dei destinatari dell’intervento normativo, “si constata una disomogeneità temporale dei dati espressi nelle tabelle poiché quelle della scuola paritaria sono riferite all’anno 2023/2024, mentre le altre sono riferite all’anno 2024/2025 (sempre rammentando che singoli anni scolastici non costituiscono oggettivamente un periodo di rilevazione significativo nei sensi sopra precisati)”;
nel parere si evidenzia come il settore dell’editoria non sia menzionato nella platea dei destinatari, nel paragrafo 4.2. dedicato agli impatti specifici e nel paragrafo 5.1. dedicato ai soggetti attivi dell’intervento regolatorio, nonostante a tale settore si riferiscano le disposizioni dell’art. 3 dello schema di regolamento;
quanto a concetti che non trovano un puntuale riscontro nelle indicazioni proposte, quali ad esempio quelli di dimensione “glocale” e di cittadinanza “storica”, secondo la sezione “appare opportuno che l’AIR esponga le ragioni per le quali si è ritenuto di farvi ricorso, fornendone altresì la opportuna definizione, funzionale alla descrizione di fenomeni sociali”;
inoltre, secondo la sezione appare opportuno che siano indicati gli strumenti con i quali si intende raggiungere la valorizzazione della “intera comunità educante” nel “processo di crescita culturale, sociale ed emotiva di bambini, bambine, ragazzi e ragazze, in un’ottica di educazione che non sia confinata alle aule scolastiche, ma sia un processo continuo e diffuso che coinvolge una vasta rete di attori e contesti”, nonché gli indicatori della stessa valorizzazione;
considerato che:
il Consiglio di Stato ha chiesto quindi una revisione profonda del testo contenente numerose criticità, analisi carenti, tempi di attuazione troppo lunghi e incerti, definizioni ambigue, rischi di limitazione dell’autonomia scolastica e di diseguaglianze territoriali;
il mondo della scuola ha annunciato una mobilitazione per il 18 ottobre 2025 per denunciare la “regressione della cultura democratica della scuola e del Paese operata dall’attuale Ministero”, a tutela della scuola quale “bene comune” e chiedere la scrittura condivisa delle Indicazioni nazionali,
si chiede di sapere quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo in merito ai fatti esposti e come stia procedendo o intenda procedere al fine di recepire le osservazioni contenute nel parere della sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato in modo da garantire chiarezza, coerenza normativa e adeguata copertura economica alle indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione.
Ecco la risposta di Valditara: “Occorre ricordare che il parere è interlocutorio, non definitivo. Si inserisce in un confronto fisiologico. A differenza di quanto da voi sostenuto il parere non è una bocciatura. Il parere non può riferirsi al contenuto, si limita a richiedere dati e informazioni ulteriori. Nessun rilievo è stato formulato riguardo alla sostenibilità finanziaria del provvedimento, la copertura esiste”.
“Riguardo al latino risponderemo in maniera puntuale, copriremo adeguatamente la richiesta. Il nostro compito ora è integrare la relazione inviata al Consiglio di Stato aggiungendo altri elementi di illustrazione del processo, ampiamente condiviso con associazioni, sindacati, scuole, più di quanto fatto in passato”.
“Riaffermiamo il valore delle scelte compiute, in particolare sul contenuto, per una scuola che non si limita ad una trasmissione sterile di nozioni ma che propone una didattica critica, capace di stimolare il pensiero riflessivo. Una scuola che ha il compito di sviluppare armonicamente tutte le dimensioni della soggettività. Chi ignorando le procedure amministrative dovesse ritenere che il Consiglio di Stato abbia espresso giudizio negativo strumentalizzerebbe la realtà. Le Indicazioni, dal punto di vista contenutistico, non sono state toccate dai rilievi del Consiglio”.


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