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Intervista al Mida: insegnare è una passione, sì alle assunzioni anche non sotto casa

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Quella che stiamo vivendo è l’estate dei precari della scuola. La riforma ha stabilito che in 102mila saranno assunti. Ma le modalità non piacciano. E le polemiche fioccano.

Anche il Mida le contesta, ma non la norma che prevede l’assunzione coatta anche a mille chilometri da casa. Perché insegnare è innanzitutto una passione.

Il Mida è l’associazione della scuola, apolitica e trasversale, che tutela i diritti di tutti i precari. Tra le funzioni, c’è quella di sensibilizzare la causa del personale non di ruolo, ad iniziare da quello meno tutelato: gli abilitati non inclusi nelle GaE e quindi nemmeno nelle graduatorie di merito.

L’operato dell’associazione si formula attraverso manifestazioni e convegni su tutto il territorio nazionale, spesso alla presenza dei rappresentanti dei partiti politici. A cui l’organismo propone documenti e idee, soprattutto agli esponenti delle opposizioni politiche.

Angela Veltri e Rosa Sigilló sono le coordinatrici nazionali del Mida: le abbiamo intervistate per “La Tecnica della Scuola”.

 

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Angela Veltri, voi del Mida Precari siete scesi più volte in piazza durante le varie fasi di approvazione della riforma in Parlamento. Eppure, per quanto riguarda le assunzioni, si tratta di numeri altissimi: nessun Governo aveva stabilizzato più di 100mila precari in un’unica soluzione ed un tempo così ristretto. Cosa c’è che non va?

Temiamo che i numeri forniti dal governo siano inesatti. Inoltre, gli assunti verranno stabilizzati dalle GaE, come avviene da tempo, nel loro pieno diritto, dopo aver atteso anni. Il Governo Renzi, dopo essere stato ampiamente redarguito dalla Corte di Giustizia europea, non fa niente di eccezionale, semmai stabilizza chi ne aveva diritto. E comunque assumere 100mila precari e lasciarne fuori altri 80mila, abilitati TFA e PAS, diplomati magistrali e Scienze della formazione primaria, non possiamo considerarla una vittoria. Possiamo invece affermare con certezza, a questo punto, che 100mila è una cifra irrisoria.

 

Tante lamentele riguardano la possibilità, per un precario abilitato che ha fatto o produrrà domanda entro il 14 agosto, di essere immesso in ruolo a centinaia di chilometri da casa, se non mille e più. In caso di rinuncia, scatterebbe addirittura l’espulsione dalle graduatorie. Forse il legislatore ha esagerato…

Chi verrà assunto in ruolo dopo anni di attesa dovrà spostarsi su territorio nazionale. Ma nessuno di noi può avere la garanzia di avere il lavoro sotto casa: insegnare è prima di tutto una passione con annessi e connessi, compresi i sacrifici. Vorrà dire che si muoveranno per l’Italia e poi chiederanno trasferimento dopo il terzo anno. Con tutti i conseguenti problemi per la continuità didattica, perché un docente non può essere costretto a rimanere in posti che non gli sono congeniali per motivi logistici.

 

 

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Con Rosa Sigilló parliamo dei tanti docenti abilitati precari fuori dalle Graduatorie ad esaurimento: per loro niente assunzioni, ma solo un trattamento di riguardo in caso di partecipazione al prossimo concorso a cattedra. È giusto tutto questo?

I precari fuori dalle GaE sono tutti quelli abilitati che hanno pagato oltre 2.500 euro per poter conseguire un titolo che ad oggi non serve a nulla. Ma essere fuori dal piano assunzionale sono anche i diplomati magistrali nonostante la sentenza del Consiglio di Stato che li inserisce a pieno titolo in GeE, poiché abilitati e Scienze della formazione primaria. Se davvero il piano di assunzioni dovesse essere completato, esaurendo i posti liberi, non potremmo accedere che a spezzoni e maternità e non avremmo più la possibilità di ottenere incarichi fino a fine giugno o fine agosto. Del futuro concorso non se ne parla ancora e comunque non in maniera chiara: vero è che se non ci saranno altre soluzioni, saremo costretti ad affrontare un altro concorso, dopo essere stati duramente selezionati nei vari atenei italiani durante i percorsi abilitanti. E questo è avvilente.

 

Molti docenti hanno deciso di non presentare domanda per essere assunti: non vogliono esporsi al rischio di essere ‘deportati’. Che ne pensa?

Sì, è vero: pare che un gruppo di colleghi nelle GeE stia boicottando le domande di assunzione. Vorrà dire che noi di seconda fascia copriremo i posti vacanti e disponibili, come abbiamo sempre fatto. Quindi la riforma, così come è stata progettata, da questo punto di vista è stata solo un buco nell’acqua.

 

Sigilló, dica la verità: da un Governo di Centro-Sinistra, voi precari vi aspettavate un altro trattamento?

Da un governo di Sinistra ci aspettavamo una politica di sinistra. Perchè credevamo che la sinistra ancora credesse nella tutela dei lavoratori. Invece, ha dimostrato di attuare una politica di privatizzazione, un mondo della scuola fortemente gerarchizzato, basti pensare al super-preside. È una Sinistra che ha elargito soldi agli istituti paritari e sta tentando di privatizzare la scuola pubblica: è una scuola al servizio di ipotetici soci fondatori o di ricche aziende, pronte a finanziare la scuola del ” Figlio di”, lasciando indietro gli istituiti periferici. È sempre più una scuola che avvantaggia gli amici dei presidi, dove non sono assolutamente chiari i criteri di trasparenza con cui si viene nominati.

 

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