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L’istruzione superiore nell’UE: è tempo di internazionalizzazione

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Nel suo discorso di apertura, il Commissario europeo per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, Androulla Vassiliou, ha nuovamente posto l’accento sull’importanza dell’istruzione quale contributo fondamentale alla crescita economica dell’UE, attraverso la formazione accademica del proprio capitale umano: “Viviamo in un mondo globalizzato e altamente competitivo: per restare in gioco, creare opportunità di lavoro, di crescita economica e prosperità, l’Europa ha bisogno di capitale umano altamente qualificato. Ed é l’istruzione superiore che ne risponde”.
Focus del dibattito é stato l’internazionalizzazione e la definizione di orientamenti e modalità che consentano alle università europee di essere operative oltreoceano, attirare studenti non europei e garantire ai propri laureati l’acquisizione di competenze sfruttabili nel mondo del lavoro.
La cooperazione tra atenei non dovrà limitarsi a facilitare la mobilità globale degli studenti, ma anche estendersi a progetti di ricerca e corsi di laurea congiunti e a programmi di apprendimento a distanza. Sarà quindi necessario organizzarsi per consentire l’accesso ai vantaggi dell’internazionalizzazione anche a quel 90% di studenti che non saranno mobili.
Uno studio comparativo tra il sistema europeo e quello cinese ha poi rivelato che in Cina i metodi di apprendimento sono piuttosto mnemonici e focalizzati su una conoscenza più standardizzata e basata sulla risoluzione di problematiche già definite, mentre il sistema europeo favorisce un metodo di apprendimento analitico, in cui problemi e soluzioni sono costantemente messi in discussione, e focalizzato sull’acquisizione di competenze comunicative e organizzative.
Nell’ottica di una stretta cooperazione tra UE e Cina, si potrebbe prevedere il coinvolgimento cinese nel processo di definizione e revisione della strategia europea sull’istruzione superiore e la promozione in Cina delle pratiche di apprendistato e tirocinio (attulmente non ancora diffuse). Sarebbe poi auspicabile la determinazione di programmi specifici volti a colmare le lacune formative degli atenei cinesi, in modo da offrire agli studenti l’opportunità di completare il processo di apprendimento con l’inclusione di metodi e pratiche non applicate in Cina.
Nella strategia di internazionalizzazione rientra anche la definizione e classificazione degli istituti di istruzione superiore a disposizione degli studenti di tutto il mondo, al fine di facilitare una scelta consapevole degli atenei. A questo scopo, l’UE ha finanziato la costituzione del progetto U-Multirank, un sistema di classificazione degli istituti di istruzione superiore sulla base di indicatori di performance riguardanti internazionalizzazione, qualità dell’insegnamento, trasferimento di titoli, conoscenze e competenze. La prima classifica, effettuata sui 700 atenei aderenti, sarà inaugurata nella primavera 2014. Il progetto é stato fortemente criticato dall’organo consultivo britannico IU, a causa del finanziamento comunitario, che rischierebbe di compromettere l’indipendenza della classifica, e della multi-dimensionalità dei criteri di classificazione. Sul finanziamento pubblico, i coordinatori del progetto hanno precisato che si tratta di un contributo temporaneo di quattro anni e finalizzato all’avvio del progetto. Quanto alla multi-dimensionalità dei criteri di classificazione, questa rappresenterebbe in realtà la vera forza del progetto, permettendo, attraverso l’utilizzo di indicatori di performance differenti, il riconoscimento dei vari punti di forza (e debolezza) di ciascun ateneo rispetto agli altri.
Prossima tappa sarà la conferenza dell’UE sulla gioventù, in cui saranno gli studenti e i giovani a dire la loro sul futuro dell’Europa e sul ruolo dell’istruzione e della formazione nel superamento della crisi attuale. (da Europae)