Home I lettori ci scrivono La bidella di Sanluri e il ritorno in classe

La bidella di Sanluri e il ritorno in classe

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Mi ha scritto signora Luisa, una bidella di Sanluri. A scuola è una forza della natura: nessuno si azzarda a sporcare i bagni, fare il bullo o girovagare per i corridoi. Ma non le piace scrivere “a chi comanda”; perciò mi ha chiesto di inviare queste poche righe al ministro Lucia Azzolina, in vista del nuovo anno scolastico.

Antonio Deiara

“Gentile Onorevole Azzolina, Le scrivo da donna a donna di scuola. Il mese di settembre sta arrivando e io non so ancora cosa devo fare. Questo virus maledetto ci ha fatto impazzire e adesso sono preoccupata per i miei bambini del tempo pieno. In prima devono starci in 26, ma i banchi non riesco a sistemarli. Altro che un metro di distanza, sembra di stare in una grande scatoletta di sardine. Per passare la scopa e lo straccio da lavare per terra, devo fare la Torre di Pisa con i banchi e le sedie. In poche parole, o allarghiamo l’aula o ci mettiamo dentro solo 18 piccolini (magari nove bimbe e nove bimbi!). Poi ci sarebbe la mensa. Secondo Lei è possibile farli mangiare stando secchi e pesti al proprio posto? Io personalmente ci riesco pure, ma chi le sente poi le mamme di WhatsApp; mi sembra di leggere già le loro lamentele: “Quella bidella, crede di essere la Preside! Le piace comandare e tratta male i nostri figli. Pulire deve, e boh! E le Maestre sempre d’accordo con lei sono. Oggi non basta passare lo straccio: bisogna SANIFICARE.”. Onorevole Azzolina, non rida: quelle mamme ce l’hanno anche con Lei. Perché dicono che vuole far entrare i bambini a ore diverse e farli uscire chi prima chi dopo. E come si fa ad accompagnarli e a riprenderli? I nonni non ce la fanno ad andare e tornare molte volte da casa a scuola e da scuola a casa; dei babbi che lavorano a Cagliari non teniamo conto e le mamme casalinghe hanno anche il diritto di andare dalla parrucchiera e dall’estetista senza fare le corse. Anche qualche Maestra è preoccupata. Se una classe fa lezione ai giardini di via Roma, e l’altra nel salone parrocchiale di via Papa Celestino quinto, come è possibile che maestra Rosamunda si sposti da un posto all’altro tra la terza e la quarta ora? Dovrebbe chiamare un taxi; ma come dice un proverbio famoso, “Un taxi al giorno toglie lo stipendio di torno”.

Gentile Onorevole Azzolina, da donna a donna, decida in fretta e decida bene. È vero che la gattina frettolosa ha fatto i gattini ciechi, ma si ricordi che l’asino di Luciano è morto di fame perché non ha deciso quale dei due mucchi di fieno mangiare.

Tanti saluti, Luisa D.