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La dipendenza digitale provoca gli ‘occhi secchi’

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La ‘dipendenza digitale’ h24 trasforma gli occhi in un deserto: arrossamento, prurito, bruciore, sensazione di ‘sabbia’ o corpo estraneo, ipersensibilità alla luce, vista offuscata, dolore. In inglese si chiama Des, Dry Eye Syndrome, e in tutto il mondo è diventata un’epidemia. Tanto da portare l’Organizzazione mondiale della sanità a lanciare un allarme: “La sindrome dell’occhio secco è tra i disturbi più ignorati e sottovalutati della società moderna”

A parte il costo sociale, stimato in Italia circa 600 euro l’anno a paziente, durante un incontro sul tema, promosso dal direttore scientifico del Cao, Centro ambrosiano oftalmico, è stato promosso il lancio di una campagna di prevenzione e cura della sindrome dell’occhio secco.

 

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La campagna coinvolge centri ospedalieri di Catania, Napoli, Roma, Milano e Varese, con visite specialistiche gratuite su appuntamento da lunedì 3 aprile a venerdì 7. Per contattare la struttura più vicina, cliccare su www.centroitalianoocchiosecco.it.

Cosa fare intanto, secondo gli specialisti?

Ecco un decalogo, pubblicato da Adnkronos-salute, salva-occhi:

1) Evitare l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento, luoghi ventosi, aree molto ventilate. Evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione;

2) Ridurre o eliminare il fumo di sigaretta, concausa in quasi il 30% dei casi di occhio secco;

3) Evitare l’uso di creme irritanti o altri prodotti fastidiosi nella zona perioculare;

4) Sospendere o limitare l’utilizzo di lenti a contatto corneali;

5) Usare occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggi Uva o Uvb o in ambienti ventosi o polverosi;

6) Impiegare impacchi tiepidi nell’area perioculare (acqua e malva, bicarbonato o acqua borica);

7) Arricchire l’alimentazione con vitamina B3, B6, B12, Omega 3/Omega;

8) Aumentare l’assunzione di acqua e di liquidi in generale;

9) Ridurre la visione di tv e schermi di smarthphone, tablet e computer, o quantomeno aumentare la frequenza di ammiccamento palpebrale. Per gli esperti “vale la regola del ’20-20-20′ suggerita dalla Società di oftalmologia americana: ogni 20 minuti di uso di pc o tablet fare una pausa di 20 secondi e focalizzare lo sguardo su un punto a 20 piedi di distanza (6 metri circa)”;

10) Rivolgersi allo specialista per conoscere i possibili rimedi: dalle lacrime artificiali alle nuove ‘biologiche’, ad antinfiammatori mirati fino a procedure come la pulizia delle ghiandole di Meibomio (Probing), la luce pulsata, l’occlusione dei puntini lacrimali o la tecnica del Lipiflow.