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La mancanza di continuità delle riforme

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Sono un’insegnante delle superiori di ruolo dal 2001, mi piacerebbe condividere delle opinioni. (Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa in proposito anche chi ci governa e si occupa di scuola).

Come diceva Mandela: “L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande Nazione.”

Da anni sento mancanza di continuità delle riforme, assenza di verifica del valore di ciò che viene introdotto, mancanza di visioni lungimiranti e costruttive. In particolare sento che:

  • la scuola sta diventando un parcheggio e un diplomificio, (distributore di diplomi di carta),
  • didattica e formazione, intese come sviluppo delle capacità dei ragazzi passano in secondo piano,
  • la professionalità docente scade sempre più.

Bisogna costruire ambienti, formare gli insegnanti e valorizzare il loro lavoro, nonché educare i genitori.

Proposta per inclusione

  • Una scuola in ogni provincia con personale formato. Scuola che preveda anche un percorso di inserimento nella vita sociale e, se possibile, nel mondo del lavoro.
  • Per l’accoglienza e l’integrazione prevederei che i “normodotati” trascorrino dei tempi nelle scuole “speciali” affiancando e accompagnando i diversamente abili e conseguentemente creando con loro una relazione. Solo così si acquisisce sensibilità e si sperimentano valori che restano.

Come misurare il valore di una scuola?

Su come prepara i ragazzi ad affrontare le sfide della vita, (anche le frustrazioni), non regalando sufficienze che difendono dalle proteste di famiglie sempre più abituate a ricorrere agli avvocati.

Sulle proposte didattiche, anche innovative, che educhino, (ex-ducere), i ragazzi a tirar fuori le loro potenzialità, anche attraverso fatiche e frustrazioni. LA VITA DI UN ADULTO E’ IMPERNEATA DI DIFFICOLTA’, (magari fosse solo un susseguirsi di gratificazioni! A questo dobbiamo preparare).

Sull’attenzione posta verso le competenze chiave europee.

Professionalità docente

Conferma del contratto a tempo indeterminato dopo un tempo più lungo e la valutazione anche da parte degli studenti.

Verifica periodica, (sulla didattica non sull’autoformazione), della professionalità docente che influisca sullo stipendio.

La DIDATTICA e non i progetti devono essere la priorità, i progetti ATTIRA STUDENTI hanno senso se hanno valenza didattica.

La pandemia ha fatto della scuola un ammortizzatore sociale per tanti che hanno perso il lavoro, hanno insegnato/insegnano persone troppo vecchie per essere assunte in un nuovo lavoro, troppo giovani per andare in pensione.

Molti Dirigenti per coprire certe figure docenti irreperibili hanno assunto neodiplomati (pensiamo a come è stata diffusa la notizia del neodiplomato 19enne salito in cattedra).

Basta un diploma/titolo per insegnare? Questo il messaggio che arriva all’opinione pubblica: tutti possono insegnare, (anche le cassiere se hanno il titolo), ma mi chiedo che immagine della scuola viene sbandierata in questo modo? si accentua la virtuosità dei Dirigenti che “coprono” i buchi per coprire una negligenza di fondo dello Stato.

Riflessione personale

Non valuto il valore della persona in base alla professione o al titolo di studio.

Ritengo quindi fondamentale anche una formazione degli adulti genitori che pensano che sia un diploma a dar valore al proprio figlio, diploma che in alcuni casi ritengo regalato, diploma che non sempre fa sviluppare appieno le potenzialità dei ragazzi. Già ora ci troviamo ad aver bisogno di sempre più persone che vengono dall’estero a svolgere mansioni che i nostri ragazzi non sono più disposti a svolgere.

La scuola e la riconosciuta professionalità italiana rischia di andare in pensione. Di questi tempi se ne stanno rendendo conto anche le università italiane! (Invito chi di dovere ad indagate).

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