Home Politica scolastica La ministra Giannini: “No alle grandi riforme”

La ministra Giannini: “No alle grandi riforme”

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Dicastero difficile e sterminato il Miur, dice la ministra, e proprio per questo occorre la “semplificazione degli aspetti procedurali che spesso sono ostacolo: poche regole ma chiare”
E se le scuole cadono a pezzi “non ho l’abitudine di scaricare sulla politica tutte le responsabilità, ma se un tema non viene percepito come essenziale per il Paese, questi sono i risultati. Questo governo ha invece proprio la scuola al centro della propria azione”. E infatti, dice Giannini al Corriere: “Le cifre ci sono e il ministero è pronto ad agire. In ogni Paese civile la scuola deve avere agibilità, sicurezza, dignità e decenza. Movimenteremo un miliardo di euro: 150 milioni di euro sono già stanziati. Sono in calendario 700 interventi e abbiamo prorogato fino al 30 aprile i termini per la presentazione delle domande. C’è una lista di circa 2.000 interventi immediatamente cantierabili per circa 320 milioni. Poi, attraverso l’Inail, potremo contare su ulteriori 300 milioni: saranno mutui per la messa in sicurezza, la prevenzione del rischio sismico, l’adeguamento energetico. Infine, grazie alla Banca europea degli investimenti e la Cassa depositi e prestiti, sono in vista altri finanziamenti per ristrutturazioni e messa in sicurezza per 40 milioni annui in un lungo periodo, fino alla somma di 900 milioni”
Lo stesso vale per i docenti, ai quali andrebbe riconosciuto “il diritto a retribuzioni di livello europeo. Tagliare gli scatti di anzianità? Non ho detto questo, nessuno pensa a togliere uno strumento economico indispensabile in un sistema di fatto bloccato, significherebbe peggiorare le condizioni di vita dei docenti. Ma bisognerà pur trovare strumenti per valorizzare le migliori professionalità, la capacità di aggiornamento. La disponibilità ad assumersi responsabilità. Per il momento è un libro dei sogni. Dovremo approfondire la questione”.
E in ogni caso, dice la ministra, “Non sono un Robin Hood al contrario, non me lo merito proprio… C’è di mezzo il Consiglio d’Europa che il 12 dicembre 2012 ha inviato all’Italia una raccomandazione per il rispetto del principio di uguaglianza e parità nella scelta educativa. Non mi metto certo a togliere risorse alle scuole statali per darle ai privati. Ma, questo sì, responsabilizzare le scuole paritarie, sapendo ben distinguere il grano dal loglio, garantendo alle famiglie una autentica libertà di scelta. Senza ideologie. In Italia c’è grande confusione tra il concetto di “pubblico”, che ha la sua radice nell’espressione pro-populo , cioè al servizio della comunità e che può anche essere privato, e quello di statale”.
Critica invece Giannini sulla uscita sui ragazzini Balilla fatta da Beppe Grillo che essendo “uomo di spettacolo non era al centro della scena, sotto i riflettori, e così ha fatto il controcanto. Io penso che quando le istituzioni vanno tra la gente con semplicità e immediatezza, per confrontarsi in questo caso col mondo reale della scuola, quindi insegnanti e famiglie, è sempre un bene. Faccio io una domanda: qualcuno ha da obiettare quando vede le stesse scene con Barack Obama o David Cameron?” “Non ho potuto accompagnare il presidente del Consiglio a Siracusa, ma in qualunque scuola, quando arriva il sindaco o un’altra autorità locale, si preparano festeggiamenti simili. Hanno fatto lo stesso con Renzi. Trovo bello che i bambini abbiano un forte senso delle istituzioni”.
Istituzioni che, cambiando in continuazione i vertici, impediscono “una grande riforma che scardini ancora una volta il sistema” ma di cui però e non c’è bisogno. Per scuola e università “penso invece, come dicevo all’inizio, che ci sia massima urgenza di principi valoriali, di semplificazione, di poche ma chiare regole, di attenta valutazione dei risultati”.
E se viene accusata di sapere poco di scuola e università, la ministra risponde che ha “l’abitudine di studiare a fondo ciò che non conosco. Mi sento, e sono, un ministro politico e non tecnico. Intendo esercitare al meglio questo mio ruolo. Il governo Renzi ha una forte impronta politica, grazie anche alla presenza di segretari di partito, e io sono tra loro. E un governo deve mettere la propria faccia politica sulle scelte essenziali. Soprattutto in settori chiave come il mio, che riguarda la vita delle famiglie e il futuro delle nuove generazioni”.