Home Alunni La pagella? È già scritta nei geni

La pagella? È già scritta nei geni

CONDIVIDI

L’andamento scolastico e i voti in pagella non sarebbero una conseguenza del maggiore o minore impegno degli alunni, ma un “frutto” derivante in larga parte dal profilo genetico: in sostanza, il destino di un giovane in formazione è già scritto nei geni.

È quanto emerso da uno studio diretto da Seil Collins del King’s College di Londra e pubblicato questa settimana sulla rivista ”PNAS”, secondo cui molti tratti ereditari (gruppi di geni o sequenze di Dna) intimamente connessi al successo scolastico individuale. Gli esperti avevano l’obiettivo di risalire al peso di geni e ambiente (ovvero condizioni di vita in famiglia, scuola frequentata e simili) sul rendimento scolastico e per fare questo sono ricorsi a un classico studio con coppie di gemelli.

I ricercatori hanno arruolato 6.653 coppie di fratelli gemelli identici (omozigoti) o non identici (eterozigoti) e confrontato il loro punteggio ad un esame classico che si sostiene a 16 anni in Gran Bretagna, il General Certificate of Secondary Education exam. I gemelli identici hanno identico Dna, mentre i gemelli eterozigoti sono come due fratelli qualunque, condividendo solo il 50% del proprio Dna. Confrontando i voti presi all’esame tra le varie coppie di gemelli è emerso che l’ereditarietà ha un peso rilevante, più che l’ambiente, sul buon rendimento scolastico, che è risultato ereditabile per il 62%.

L’ambiente invece influenza il rendimento per un restante 38%. Andando a vedere più da vicino il Dna dei gemelli, i ricercatori inglesi hanno isolato 83 tratti genetici che complessivamente spiegano il 75% del ruolo dell’ereditarietà nel rendimento scolastico ovvero che sono intimamente collegabili al rendimento sui banchi. Insomma, buona parte della pagella sarebbe già scritta prima che l’alunno metta piede a scuola: si tratterebbe di una teoria che, alla resa dei conti, renderebbe addirittura marginale l’influenza della scuola e dei docenti sul destino formativo degli alunni. Ma è proprio così?