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La Pagella di fine anno al Governo

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L’attuale Governo Gentiloni, dal suo insediamento, il 12 dicembre del 2016, a oggi, ha messo a segno ottantacinque leggi, vale a dire “quasi una ogni quattro giorni: per la precisione – sottolinea Il Sole 24 Ore che assegna la pagella – 4,2: in pratica lo stesso ritmo dell’esecutivo Renzi, a quota 4,1”.

Di queste, 24 sono di iniziativa governativa e la metà conversione di decreti legge.

Le leggi emanate in breve

Oltre alla legge elettorale (uno dei 15 provvedimenti in totale passati con la fiducia) e l’introduzione nell’ordinamento italiano del reato di tortura, i provvedimenti più pesanti, rileva Il Sole 24 Ore, sono quelli di iniziativa governativa.

E per quanto riguarda la scuola? Come si è comportato il Governo Gentiloni?

La scuola al tempo di Gentiloni

La politica sull’istruzione seguita fin qui dal governo Gentiloni può essere definita quanto meno del “doppio binario”.

E per un motivo molto semplice, secondo il Sole, perché, se da un lato ha dato via libera a otto delle nove deleghe contenute nella legge Renzi-Giannini, dall’altro ha depotenziato, se non addirittura smontato, alcune delle disposizioni più innovative contenute nella legge 107.

Quali provvedimenti ha smontato

Quali? La chiamata diretta degli insegnanti, la mobilità dei docenti che da strumento eccezionale è diventato uno strumento via via più ordinario.

Ferma anche la valutazione dei dirigenti scolastici che, “seppur formalmente partita, in sostanza non avrà alcun impatto sulla loro busta paga. Un viatico tutt’altro che buono in vista della lunga campagna elettorale che ci attende. Con più di una forza politica – dal M5S a Liberi e uguali – che ha già messo nel mirino quel che resta della Buona Scuola”.

La platea del personale della scuola fa gola ai partiti

Un mirino da cui occorre guardarsi, bene e con sospetto, perché a conti fatti la platea del personale della scuola conta oltre 750 mila unità di soli insegnanti e oltre 300 mila di personale Ata, a cui, in pratica un milione di lavoratori, occorre assommare parenti, amici e conoscenti, compreso l’indotto. In altri termini un partito politico, da cui un po’ tutti, dalla destra alla sinistra, vorrebbero i voti.

Blandirle e ammiccare, magari con un pizzico di demagogia, questo possibile serbatoio di voti è allenamento quotidiano di tanti volponi.