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La visione della scuola di Anna Ascani

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La trentaduenne viceministra dell’istruzione Anna Ascani ha pubblicato “Senza Maestri. Storia di una generazione fragile”. E’ un processo alla scuola, incapace di “Educare al diritto alla fragilità” che “è uno dei compiti più delicati e urgenti del nostro tempo”.

“Siamo una generazione senza maestri, piena di insegnanti o aspiranti tali, ma senza qualcuno che abbia la pazienza e la voglia di indicarci una strada, un modo per dar forma alla nostra vita, una via per comprendere …”; “ circondata da aspiranti in-segnanti che pretendono di inculcare verità di ogni genere, collocandosi al di sopra della condizione di fragilità e fallibilità che a noi, giovani, si rivela invece in tutta la sua chiarezza”.

L’inefficacia educativa dell’istituzione scuola è enunciata, ma non sviluppata; non è stata neppure indicata la direzione da seguire per il suo superamento. Il racconto di una significativa esperienza liceale, vissuta dall’autrice, poteva essere sfruttato per individuare una via d’uscita. Scrive, infatti, che grazie a quell’attività didattica “Ha imparato ad amare la filosofia, e a capire quale sarebbe stata la sua strada. Quella lezione le è servita più di dieci ore di spiegazione”.

Si trattava di una tipica attività di “Debating society”: due gruppi si confrontavano su un tema, assumendo punti di vista contrapposti. Un’attività finalizzata al potenziamento delle competenze argomentative.

“Amare” è la parola chiave, il cui contenuto è ampio e variegato: riguarda la motivazione, il coinvolgimento, la passione, la speculazione.. un concetto che supera l’adesione e la rielaborazione dei contenuti della lezione cattedratica 10 a 1.

Sintetizzando: partecipazione VS consumo di prodotti finiti. Da un lato l’attività muove e si sviluppa dall’esperienza degli studenti, dall’altro lato il flusso è unidirezionale, discendente, intransitivo, indipendente dal vissuto.

Ecco una delle origini della fragilità: l’adesione a contenuti non attinenti alla cultura dei giovani. Una separatezza che genera insicurezza, disorientamento, confusione, indifferenza, rifiuto.

Eppure le disposizioni sul governo della scuola sono chiare: tutti gli insegnamenti, coordinati, devono facilitare l’evoluzione delle potenzialità degli studenti, potenzialità che si manifestano sotto forma di competenze. La crescita integrale della persona umana è il traguardo: ha sostituito la trasmissione del sapere. Si richiamano, tra le tante norme in materia, i programmi della scuola media del 79, proprio quelli praticati dalla generazione degli anni ottanta; essi dispongono: “Nella loro differenziata specificità le discipline sono, dunque, strumento e occasione per uno sviluppo unitario, ma articolato e ricco, di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti indispensabili alla maturazione di persone responsabili e in grado di compiere scelte”.

Una norma che non ha inciso sull’ordinaria, secolare prassi scolastica: tutti i docenti continuano a delegare al libro di testo la loro progettazione didattica. L’unicità dei traguardi educativi non ha condizionato la tradizionale attività d’insegnamento: l’organizzazione collegiale dei processi d’apprendimento, prevista dalla legge, è cestinata. Anche la progettazione formativa, quella educativa e dell’istruzione, “sostanza dell’autonomia scolastica”, non sono praticate.

Una seconda causa della fragilità è stata identificata: il mancato rispetto delle regole. Dagli studenti, privi di un chiaro, sicuro ed esplicito riferimento, si pretende la cieca obbedienza: la sensazione d’esser corpi estranei è inevitabile.

Il primo passo per il superamento dell’indeterminatezza e per “indicare una strada, un modo per dar forma alla vita dello studente, una via per comprendere” è l’elaborazione di Piani Triennali dell’Offerta Formativa con l’elencazione delle competenze generali e di quelle specifiche cui tendono i piani di studio, comprensiva di una dettagliata specificazione dei “criteri generali della programmazione educativa”.

Si propongono, a titolo esemplificativo, alcuni materiali didattici:

Materia: matematica

Argomento: i sistemi di numerazione

Finalità: capacità di definire, di trasferire e di applicare regole

Classi di riferimento: quarta/quinta primaria – prima secondaria superiore

Percorso didattico su numeri naturali e sistemi di numerazione  [in rete]

Materia: matematica

Argomento: Il teorema di Pitagora

Finalità: capacità d’osservare – capacità d’argomentare

Classe di riferimento: quinta primaria

Laboratorio di Matematica: Pitagora   [in rete]

Materia: scienze

Argomento: Il principio di Archimede

Finalità: capacità di costruire modelli

Classi di riferimento: secondaria primo grado

Laboratorio di matematica: Archimede  [in rete]

Materia: educazione civica

Argomento: il sistema giuridico

Finalità: capacità d’argomentare, capacità di costruire modelli

Classi di riferimento: scuola secondaria

Nomic [in rete]

Istruzioni  [in rete: wiki nomic]

Materia: informatica

Argomento: la ricorsività

Finalità: capacità di governare i processi

Classi di riferimento: quinta primaria e secondaria primo grado

La cultura informatica per promuovere competenze  [in rete]

Materia: economia aziendale

Argomento: il concetto di sistema

Finalità: capacità di assumere un’ottica sistemica – capacità di modellare

Classi di riferimento: biennio secondaria secondo grado

Problemi, metodi e concetti dell’economia aziendale  [in rete]

Materia: informatica

Argomento: algoritmi e formalismi

Finalità: capacità di costruire e di applicare modelli

Classi di riferimento: scuola secondaria

Problema modello esecutore  [in rete]

Materia: informatica

Argomento: intelligenza artificiale

Finalità: capacità di rappresentare, capacità di comunicare, capacità di argomentare

Classi di riferimento: biennio secondaria superiore

Un assaggio di PROgrammazione LOGica  [in rete]

Enrico Maranzana