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La vita segreta delle ombre. Saggio poetico sentimentale, tra luci e misteri, di Lauretta Colonnelli

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Dalle ombre che cantano e parlano nel cinema, all’ombra di Banquo, dall’ombra che cammina nei fumetti dell’Uomo mascherato all’ombra che Peter Schlemihl vende al diavolo nel romanzo di Adelbert von Chamisso. L’ombra, apparentemente insignificante, diventa monumento nella letteratura e nell’arte, nella immaginazione e perfino nella scienza, perché attraverso l’ombra dall’obelisco di Alessandria, Eratostene trasse il diametro della terra, mentre aiutò Galileo nelle sue teorie sulla sfericità della luna durante le eclissi, sconcertando la teologia con l’elio centrismo. 

Lauretta Colonnelli ci stupisce ancora con un suo fantastico saggio proprio sull’immaginifico, sconfinato, tracotante mondo delle ombre: “La vita segreta delle ombre. Storie di luce, arte, silenzio e altri misteri”, Marsilio, 20€.

Ma ci sono pure le anime di quei corpi che in vita ebbero possanza, e che Ulisse cerca nell’Averno, mentre è un’ombra che svela ad Amleto l’assassino del padre, e sono nere streghe quelle che indicano a Macbeth il destino infame. 

Ombre di spiriti e di inganni, come quelle proiettate dall’ingiuria della psiche o dalla droga, l’oscuro della sera e l’ombra che copre la luce ma dandone sostanza, come il giardino dei Malombra o i boschi dell’inganno, come potrebbero essere le selve dei grattacieli che si rabbuiano a vicenda nelle megalopoli. 

Ma pure l’ombra guaritrice di Gesù non passa invano, mentre è un’ombra nel quadro di Poussin a disegnare la falce della morte. Meno misteriose delle ombre del sapere nella caverna platonica, sono le ombre rosse alla rincorsa del postiglione Tempo, mentre Nosferatu staglia la sua sinistra figura contro una parete, simile in qualche modo alle ombre cinesi che hanno infiammato di sé spettacoli magici e orizzonti incantati, sopra i quali montagne immense bloccano la luce per proiettare se stesse sulla valle, dove il paesino deve inventarsi uno specchio per catturare il sole. 

O come quelle del giapponese Yamashita che, combinando oggetti, spruzza angolazioni di luce per dare forme al kamasutra. Ed è forse per restituire grazia a chi all’ombra delle Fanciulle in fiore si dipana fra i cipressi e le urne dei forti, che la nave si blocca dentro quella linea d‘ombra invalicabile, nonostante navighino altri incredibili spettri bianchi di cui si vestono gli ectoplasmi. Un trattato magico e un saggio polifonico e poliedrico sulla luce senza la quale l’ombra non avrebbe sostanza e viceversa.