Home Politica scolastica Le carte che attendono la firma del nuovo Presidente

Le carte che attendono la firma del nuovo Presidente

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L’ipotesi è che il 20 febbraio, o in una data successiva ma molto vicina, il governo vari il decreto legge sulla scuola. Lo scrive Il Sole 24 Ore che punta la sua attenzione sull’assunzione di 140mila precari e anche sulla prevista riforma della carriera degli insegnanti con il superamento dell’attuale struttura delle retribuzioni (abolizione degli scatti di anzianità per legare almeno il 70% della parte variabile della busta paga alle funzioni svolte). Ma sono previste pure misure in materia di alternanza scuola-lavoro, con il raddoppio a 200 ore del periodo formativo.

“Il nocciolo della Riforma Renziana è comunque la ridefinizione dello status giuridico dell’insegnante e i cd. scatti di competenza”, aveva dichiarato già il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone: “Nella buona scuola ci saranno risorse per far crescere le busta paga dei professori, risorse che saranno assegnate per almeno due terzi in base al merito. Gli insegnanti potranno aspirare a svolgere due nuove funzioni come l’insegnante «mentor», specializzato nella didattica, e quello di “quadro-intermedio”, più finalizzato al supporto organizzativo”.

Faraone aveva pure sottolineato come nella scuola “lo Stato abbia per molto tempo applicato il vecchio scambio della prima Repubblica: basso stipendio, richieste minime, senza alcuna valorizzazione delle differenze. La carriera è un diritto degli insegnanti. Già oggi  una parte significativa dei professori non si concepisce come mero esecutore di compiti, ma come professionista, progettista di percorsi formativi o come quadro che supporta il preside e la scuola”.

Chiaro dunque il progetto del Governo di superare “l’omologazione e la mancata differenziazione del lavoro e la convinzione che è il momento di cambiare visto che sono maturi i tempi per costruire percorsi di carriera per i professori”.

Il progetto di legge Aprea, sullo stato giuridico dei prof, rientra dalla finestra, dopo l’uscita ufficiale, nella scorsa legislatura, dalla porta.

Rimane di capire in maniera precisa come, con quali strumenti e secondo quali principi e parametri il diritto al riconoscimento della carriera verrà implementato.