
Potrebbe trasformarsi in un caso di pessimo uso da parte dei docenti di ChatGpt, algoritmi e in generale dell’intelligenza artificiale la vicenda dell’insegnante di Tedesco in servizio in un istituto superiori di Cicciano, nel napoletano, autore del post pubblicato su Instagram con cui si augurava “alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola”, la 14enne vittima di femminicidio per mano del suo ex fidanzato maggiorenne.
Quelle minacce alla figlia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha detto il docente al Tgr Rai Campania, “non le ho scritte io: ho chiesto all’intelligenza artificiale ‘fammi un post cattivo su di lei‘ per pubblicarlo sui miei profili social. Sono stato superficiale”.
Il prof di scuola superiore ammette che è stato “un grave errore avere detto cose così nei riguardi di una bambina. Chiedo scusa”.
“Mi rendo conto della gravità ma in classe non ho mai fatto politica. È stato un errore”, ha dichiarato l’insegnante ribadendo il concetto espresso poco prima a Roma online: il professore di Tedesco aveva infatti sottolineato “che un insegnante” non deve “condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo”.
Fatto sta che se le cose stanno così, se effettivamente il post offensivo e minaccioso contro la figlia della premier Giorgia Meloni è stato proposto dall’intelligenza artificiale, allora viene da chiedersi perché l’insegnante non abbia eliminato la grave minaccia alla figlia, che tra l’altro nulla ha a che fare con le vicende politiche della madre: l’insegnante, ha anche più volte detto lo stesso ministro Giuseppe Valditara, anche pochi giorni fa, deve essere infatti in grado di gestire e governare al meglio ChatGPT e tutto quello che viene prodotto dagli algoritmi on line.
Per quel che riguarda il destino professionale del docente, La Tecnica della Scuola ha calcolato che la convocazione del docente non potrà realizzarsi prima del 22 giugno: solo successivamente, dopo avere ascoltato le ragioni del docente alla presenza di una persona di sua fiducia, l’Ufficio scolastico regionale della Campania potrà decidere l’eventuale sanzione da comminare.
A meno che lo stesso Usr non ravvisi la necessità o l’opportunità di sospendere da subito, quindi già da martedì 3 giugno, l’insegnante in via cautelare, anche per evitare che nella scuola di servizio dello stesso docente si vengano a determinare situazioni di imbarazzo o di difficoltà ponendolo a stretto contatto con colleghi e studenti.