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Le proteste dei docenti precari del Friuli e le mancate risposte del Ministero

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Al momento di grande preoccupazione e sofferenza per la grave emergenza sanitaria ancora non conclusa, si associa per le migliaia di precari della scuola l’incertezza assoluta sul loro futuro lavorativo.

Un gruppo di 61 docenti precari del Friuli Venezia Giulia nei giorni scorsi ha condiviso le preoccupazioni dell’intera categoria, in una lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il gruppo di precari storici ha puntato l’accento sulla dedizione e professionalità da sempre garantite alla scuola pubblica nella prosecuzione dell’attività didattica, per garantire il diritto allo studio degli studenti delle nostre scuole.

Il sistema dei concorsi, delle abilitazioni e delle graduatorie nel nostro Paese è tuttavia talmente complesso, che per arrivare alla tanto agognata stabilizzazione, che è anche garanzia di continuità didattica per gli studenti, l’iter non è per nulla facile, e tutt’altro che celere.

Molti dei firmatari della lettera hanno un contratto di lavoro fino al 30 giugno o al 31 agosto di quest’anno e sul dopo regna l’incertezza più assoluta: disoccupazione per alcuni mesi, ansia per il dubbio di non veder realizzato il desiderio di tornare nella stessa scuola e continuare con i “loro” studenti il percorso iniziato, anche con la DAD.

I docenti precari non condividono le modalità individuate dal Ministero per lo svolgimento del concorso riservato, che deciderà molta parte del loro futuro professionale e della stabilità del loro posto di lavoro.

Hanno contestato il meccanismo inizialmente previsto della prova a quiz e dubitiamo, comunque, che possano condividere la soluzione di compromesso concordata in queste ore nella compagine di governo.

L’obiettivo dei precari storici è infatti la stabilizzazione, senza però trascurare il sacrosanto aspetto di una doverosa selezione per merito.

Hanno quindi evidenziato nella lettera inviata al Capo dello Stato, di aver sollecitato il Ministro ad accogliere la proposta di dialogo e di istituzione di tavoli tecnici proposti dalle organizzazioni sindacali, per l’avvio di un concorso per titoli e servizio con anno di prova e verifica orale finale per immissione in ruolo.

Hanno chiesto quindi che i loro sforzi e la loro professionalità vengano riconosciuti e valorizzati perché, in questa nuova fase del nostro Paese, sentono il bisogno di costruire insieme alle Istituzioni il riconoscimento sociale della loro professionalità e la dignità del loro ruolo.

Dopo le possibilità di modifica alla procedura emerse in queste ore, dubitiamo tuttavia che abbiano trovato piena soddisfazione le richieste dei precari della scuola, considerato che il Governo sembra orientato non solo a rinviare a dopo l’estate lo svolgimento del concorso, ma ad aggravare ancor di più la procedura, sostituendo la prova a quiz con una prova scritta.

Un grande supporto, anche in questa fase di protesta e proposta dei docenti precari del Friuli Venezia Giulia, è stato offerto da Antonella Piccolo, segretaria provinciale della Cisl Scuola di Pordenone, da anni attiva al fianco dei docenti precari nelle loro battaglie.