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Le scuole paritarie chiedono 180 milioni al Governo: per la Federazione Italiana Scuole Materne rischiano di chiudere

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Il Covid ha messo in crisi gli istituti paritari, a partire dalle scuole dell’infanzia. E chi le conduce torna a chiedere aiuti al Governo. Stavolta a muoversi è stata la Federazione Italiana Scuole Materne, che attraverso il suo presidente Giampiero Redaelli, assieme ai presidenti della Cdo (Opere Educative Foe) Massimiliano Tonarini e della Fidae (Federazione Istituti di Attività educative) Virginia Kaladich, a fine novembre ha incontrato collaboratori della presidenza del Consiglio dei Ministri, ribadendo loro le richieste inoltrate nei giorni scorsi insieme al Tavolo di Agorà.

Il tema toccato è quello delle precisazioni su richieste già inoltrate alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti e a quello dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

La Fism ha chiesto al Governo un intervento urgente e strutturale, da inserire nella Legge di Stabilità 2023, con un capitolo di spesa specifico per le scuole dell’Infanzia paritarie, al fine di “evitare la chiusura di moltissime di esse già a partire dal prossimo anno scolastico”.

Secondo la Federazione Italiana Scuole Materne la scuola dell’Infanzia ha “una funzione pubblica e strategica rappresentata da circa 9.000 realtà educative presenti in oltre la metà dei comuni italiani, frequentate da circa 500mila bambini”.

Secondo la Fism le scuole rivolte ai bimbi da tre e sei anni costituiscono “un presidio diffuso di cittadinanza attiva e di interazione socio culturale” e per questo c’è bisogno della “stabilizzazione dell’incremento dei fondi per il sostegno a studenti disabili: 70 milioni precedentemente stanziati per triennio 2021-2023″.

Inoltre, la Federazione ha chiesto “l’incremento del fondo destinato alla scuola dell’infanzia paritaria di 200 milioni, con lo stabilizzazione dei 20 stanziati con legge di bilancio 2022 e aggiunta di 180 milioni”.