Home I lettori ci scrivono L’esperienza della didattica a distanza in una scuola italiana all’estero

L’esperienza della didattica a distanza in una scuola italiana all’estero

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Oggi è la domenica delle Palme e anch’io, come ormai la metà del mondo, sono in casa e guardo le ultime “novità” che riguardano la Scuola.

Leggo i commenti più disparati, pro e contro qualsiasi opinione, pro e contro tutto e tutti: didattica a distanza, incomprensioni tra dirigenti e docenti, entusiasmi e delusioni… Insomma si sente di tutto.

Per questo ho deciso di entrare in gioco e di dire la mia: forse non servirà a niente, ma chissà, da tempo avevo voglia di fare sentire anche altre voci (non importanti nello scenario scolastico ufficiale) ed è arrivata l’occasione.

Mi presento: sono dirigente scolastico (o meglio “coordinatore delle attività educative e didattiche”) di una piccola scuola italiana paritaria all’estero, in un Paese forse dimenticato dal mondo: Lagos, in Nigeria. Forse pochi lo sapevano, ma anche qui, dove nessuno certamente ha mai pensato a organizzare le proprie ferie, l’Italia c’è.

Abbiamo studenti italiani, nigeriani, ed anche di alcuni altri Paesi; abbiamo bambini dai 3 anni fino all’ultimo anno di liceo (la quarta: all’estero i licei sono quadriennali).

E’ una scuola povera: siamo “costretti” a collaborare tutti, studenti, professori e famiglie, quando abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo; il dirigente è allo stesso tempo insegnante in alcune classi, perché la struttura non ha i mezzi per mantenere un dirigente e un professore in più.

Rispettiamo tutte le normative prescritte per il funzionamento delle scuole paritarie.

Quando è “esploso” il coronavirus in Italia, qui abbiamo visto all’inizio famiglie guardarci con preoccupazione: eravamo italiani e, istintivamente, dei possibili “untori”; e neppure avevamo nessun modo per nasconderci o per mimetizzarci in qualche modo.

Ma ben presto, visti gli eventi, le nostre famiglie hanno capito che il male non era l’essere italiani e hanno continuato a sostenerci.

Adesso, da una settimana, anche da noi tutto è bloccato e anche noi abbiamo dovuto affrontare il problema della didattica a distanza. Dovete sapere che questo tema non l’avevamo affrontato prima: non perché “siamo indietro”, ma perché la corrente elettrica non c’è 24 ore al giorno, la connessione internet va e viene (ci vuole fortuna), non tutti gli studenti e non tutti i professori hanno internet in casa…

Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo studiato una piattaforma, Edmodo (se non si può dire, cancellate pure il nome), e dopo qualche giorno di prova già stiamo lavorando con tutti gli studenti: attraverso la piattaforma, contattando gli studenti uno per uno per telefono, utilizzando quando possibile whatsapp.

Non siamo in grado di fare videoconferenze collettive, né di rispettare gli orari delle lezioni, ma neppure abbiamo chiesto ai nostri studenti di mettersi una benda davanti agli occhi per non copiare. Abbiamo cercato di dare loro, e non da adesso, uno strumento che ci ha dimostrato può sostituire tutti gli altri: la fiducia.

Non abbiamo il registro elettronico (non funzionerebbe) ma dialoghiamo sempre.

Anche noi ci siamo posti il problema delle vacanze di pasqua: riflettendo un po’ ci siamo accorti che le vacanze riguardano il calendario della scuola, che non significa vacanza dall’essere curiosi e dall’imparare. Certo io stesso ho suggerito agli insegnanti di non dare più esercizi di matematica o di grammatica solo perché hanno più tempo, ma di stimolare la curiosità degli studenti verso qualcosa che magari in altri momenti non hanno il tempo di pensare…

Anche gli insegnanti sono tutti impegnati, anche in questo momento so che alcuni stanno lavorando… Io continuo ad essere sempre in contatto con loro e sanno che possono chiamarmi in ogni momento se hanno bisogno.

Perché questo mio racconto? Prendetelo forse come uno sfogo, o forse come un modo diverso di vivere la scuola e voglio condividere questa esperienza di una scuola povera, ma assolutamente viva, forse proprio perché povera.

Aggiungo la mail ricevuta da una rappresentante dei genitori, il più bel riconoscimento del lavoro che stiamo svolgendo.

Egregio Preside ……………………….

Grazie per la sua email e spero che anche lei e la sua famiglia stiate trascorrendo questo difficile momento con un po’ di tranquillità.

Volevo cogliere questa occasione per fare i complimenti a lei e a tutto il suo Staff. Per quanto non sia facile per noi genitori immergerci nell’improvvisato quanto difficile ruolo di insegnanti, il lavoro egregio che state tutti svolgendo lo rende più gestibile, aiutando i bambini a trovare una parvenza di normalità in un momento tanto incerto per tutti, ma soprattutto per loro.

Le mattine trascorrono veloci, la piattaforma Edmodo, una volta compresa, risulta essere una preziosa alleata. La disponibilità di tutti i Maestri, fantastica.

Nella speranza di ritrovarci molto presto (la speranza, si sa… è l’ultima a morire), auguro a tutto lo Staff della Scuola una serena Pasqua.

Molto cordialmente

Rino Papotti
Italian International School “Enrico Mattei” Lagos – Nigeria