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Lettera alla Ministra Azzolina sul divieto di insegnare educazione fisica pratica nella DaD

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A seguito dei numerosi quesiti pervenuti alla nostra Confederazione da parte di docenti di Educazione Fisica (EF) e Scienze Motorie (SM) impegnati nella didattica a distanza (DAD), la Capdi & LSM, ha scritto alla Ministra Azzolina – ma anche al Ministero della Salute (MS), al CTS, all’ISS, alle associazioni di categoria e alle OO.SS – sul fatto che molti Dirigenti scolastici vietano di utilizzare nelle loro videolezioni, in modalità sincrona o asincrona, le esercitazioni pratiche, con le dovute precauzioni, in ambiente casalingo.

Come docenti riteniamo che queste disposizioni risultino lesive della libertà d’insegnamento e che non siano giustificate da adeguate motivazioni in relazione alla sicurezza. L’EF e le SM in generale infatti possono avvalersi di una vastissima gamma di attività pratiche, molte delle quali sono assolutamente eseguibili in sicurezza in qualsiasi ambiente.

Ci riferiamo ad esempio alla ginnastica posturale o propriocettiva, ad esercizi di coordinazione o di stretching e a molto altro che non solo è possibile proporre, ma anche doveroso, per compensare le ore di DAD che costringono gli studenti di fronte ad un videoterminale.

A tal proposito ricordiamo che il d.lgs. 81/2008 per scongiurare i rischi per la salute (vista, postura, disturbi muscolo-scheletrici e affaticamento) connessi alle attività tramite videoterminali, prescrive l’obbligo di interruzioni e di pause dinamiche, ovvero che implichino movimento ed esercizi di rilassamento e stretching.

Occorre ricordare che anche l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea il ruolo prioritario dell’esercizio fisico per la salute dei giovani, in particolare nelle condizioni di maggiore sedentarietà imposte dall’emergenza pandemica (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-stili-vita-attivita-fisica-12-17-anni), consigliando una serie di esercizi da svolgere a casa con frequenza quotidiana ed evidenziando che “l’attività fisica, svolta a distanza in community chat, permette di mantenere le relazioni sociali con i propri amici e di sperimentare un uso consapevole e corretto dei dispositivi tecnologici”.

Tutto ciò premesso, chiediamo un intervento ministeriale che, oltre a tutelare la libertà d’insegnamento costituzionalmente garantita, possa consentire ai docenti di EF di scegliere i contenuti, pratici o teorici, da presentare agli studenti in modalità a distanza, certi che la loro competenza tecnica li metterà in grado di selezionare le più opportune proposte didattiche, coerenti con le specifiche modalità di erogazione e in piena sicurezza, rispetto a possibili rischi di infortunio.

Per quanto riguarda la scuola del primo ciclo, i Governatori di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, d’intesa con il MS e il CTS, hanno deciso di limitare la pratica dell’EF per cercare di contenere i contagi. Alla luce di queste ordinanze, vorremmo porre l’attenzione sull’importanza della prevenzione che, attraverso le varie forme di movimento, contribuisce in modo significativo a preservare lo stato di salute, come sottolineato dall’OMS, inteso come stato di benessere fisico, psichico e sociale.

Secondo l’OMS, per “attività fisica” s’intende “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”. In questa definizione rientrano non solo le attività motorie e sportive, ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare attività operative, che fanno parte della “attività motoria spontanea”.

L’espressione “attività motoria” è sostanzialmente sinonimo di attività fisica e come tale viene di fatto utilizzata. Con il termine di “esercizio fisico” si intende invece l’attività fisica in forma strutturata, pianificata ed eseguita regolarmente. Il gioco comprende, invece, l’insieme di attività psicofisiche svolte singolarmente o in gruppo, secondo un sistema di regole, concordato tra i giocatori, che ne determina la logica interna.

Il gioco “di movimento”, molto importante nell’infanzia, non va considerato solo come una attività propedeutica allo sport, bensì come una distinta forma motoria educativa, con una peculiare ricchezza di situazioni ludiche che agiscono dal punto di vista affettivo ed emozionale, cognitivo e decisionale, relazionale e comunicativo.

Richiediamo pertanto, anche per le scuole del primo ciclo, un intervento ministeriale teso a chiarire, nelle attività in presenza, nel rispetto della libertà d’insegnamento e dell’autonomia didattica – che spetta ai docenti – la scelta dei contenuti, delle metodologie e delle strategie, ritenute idonee a garantire l’osservanza delle prescrizioni dei DPCM e delle Ordinanze regionali, riconducibili a tutte quelle attività pratiche e ludiche che non comportino intensi sforzi fisici e che prevedano il mantenimento delle distanze di sicurezza.

CAPDI & LSM