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Lettera aperta a Matteo Salvini

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La maggioranza degli italiani ha creduto nel cambiamento e, per la prima volta dopo anni, il Governo è stato voluto dal popolo. Crediamo fermamente che la classe docente abbia operato, nell’urna elettorale, scelte decise e inconfutabili.

La Legge 107/2015 ha deluso, in modo determinante, ogni “operatore scolastico” e tutti hanno espresso un voto a favore di una classe politica che più rappresentava le volontà di docenti e non.

Abbiamo creduto nella revisione, se non nell’abrogazione, della legge ma ad oggi nessun tentativo di riesame è stato mediato. Siamo i ricorrenti del concorso DS 2011 che ha visto piovere centinaia di ricorsi (persino 5 ricorsi pro-capite), che ha visto commissioni giudicatrici passare da indagate a imputate, che ha visto sequestri di atti amministrativi per procedimenti penali, che ha visto commissioni destituite da USR per “anomalie procedimentali” ma il cui operato era valido, che ha persino portato all’attenzione della Corte Costituzionale alcuni commi (c 87-90).

Mentre il PD riconosceva il fallimento della propria politica dinanzi alla questione contenziosi nati da questa incresciosità, tutto il centro dx sembrava essere molto propositivo per una soluzione definitiva. L’attuale ministro Centinaio, palesemente, proponeva emendamenti; Fratelli d’Italia, Forza Italia, Potere al Popolo, scissionisti PD e PD non renziano presentavano interpellanze e interrogazioni che il Governo prendeva positivamente in carico. Abbiamo compreso col tempo, però, che gli emendamenti bocciati e trasformati in Odg, sebbene fossero stati accolti dal Governo, avevano promesso soluzioni da definirsi alle calende greche così come la tempistica dei ricorsi che ancora pendono.

Poi la realtà: il 20 novembre la Corte Costituzionale finalmente sentenzierà sulla legittimità dei commi che hanno sanato TUTTI i ricorrenti 2004, 2006 e 2010 ma non 2011; opsss…..solo una parte 2011 e quella parte includeva il Ministro Bussetti. Eh sì, proprio così! La domanda adesso nasce spontanea: può un Governo (così come aveva promesso) revisionare una legge (di matrice PD e non voluta) che ha sanato il Ministro? Potrà il Ministro, a fine incarico governativo, tornare ad essere prof? La scelta va alla CC!

Ma non finisce qui. La nostra memoria ricorda una intervista a casa Di Maio. A fine intervista la Prof Paolina Esposito (madre del ministro del lavoro, nonché vicepremier) asserì di aver superato il concorso DS 2011, sottolineando la correttezza della procedura. Cosa eccepire? Che le commissioni sono ad oggi tutte imputate? In realtà ancora oggi il senso di questa evidenziazione è duro. Perché precisarlo? Dobbiamo crederlo o possiamo dubitare? Noi dubitiamo purtroppo alla luce dei fatti. Nessuna presupponenza di colpevolezza, ovvio! Ma dubitar è lecito!

Ad ogni modo, Lei Salvini e mi rivolgo a Lei, in qualità di vicepremier e Governo ha intenzione di porre fine a questa annosa questione? Vuole riconoscere la vittoria politica laddove la magistratura fallisce? Il Ministro Bussetti, consapevole del problema reggenze, sembra addirittura voglia apportare modifiche al bando concorso 2018 per accelerare i tempi. Certo, il ministro, sanato dalla L 107, diventato Dirigente Scolastico dopo aver frequentato il corso di 80 ore oggi all’attenzione della Corte Costituzionale, vuole modificare un bando di concorso in pieno espletamento prove. Noi, ricorrenti, invece, respinti da commissioni destituite e imputate, siamo “cornut e mazziat” (perdoni il tono poco istituzionale nel rivolgermi a Lei, ma credo che nessuna espressione sana e linguisticamente pura possa rendere il concetto in modo migliore).

Ministro Salvini, è a lei vicepremier che lo chiediamo: è davvero questo il governo del cambiamento? La vediamo in TV tra la gente, in pantaloni e maglietta, la vediamo come uno di noi, una persona forte, fiera, col senso di giustizia, di praticità, pronto ad ascoltare persone e categorie di lavoratori eppure le nostre richieste di udienza hanno fallito; le chiediamo adesso pubblicamente un incontro per mediare la sgradevole e imbarazzante questione.

Angela Barbara Carbone