Home I lettori ci scrivono Lettera di una docente sulla maturità in presenza

Lettera di una docente sulla maturità in presenza

CONDIVIDI

Cara ministra Azzolina, le invio l’ennesima lettera che lei non leggerà. Credo che nessuno pensi che essere al suo posto sia facile. Gestire un settore pubblico enorme come la scuola in tempi di pandemia non è semplice.

Ma penso che tutti siano concordi bel ravvisare gravi errori nelle sue decisioni. E perché? Perché lei, invece di consultare noi docenti, gli alunni e le famiglie, ha iniziato da subito a fare esternazioni, sia sui social che in tv. Lei parla molto, non ascolta affatto e scrive poco e tardi. Mi riferisco soprattutto agli esami di maturità, che, come lei ha deciso, si svolgeranno in presenza, in barba a tutte le norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro, con l’aggravante della pandemia in corso.

Un esame senza scritti, ma complesso, di cui, alla data odierna, si conoscono solo le bozze, perché tanto chi se ne frega di consentire a migliaia di persone, studenti e docenti ,di organizzare un lavoro decente? Chi garantirà per la salute di alunni, docenti e personale? Perché dobbiamo produrre una dichiarazione che potrebbe essere menzognera? Perché gli scrutini si svolgeranno a distanza e gli esami no?

Delle due l’una: o il virus non è così pericoloso, oppure, come probabile, della nostra salute non v’importa niente. Soprattutto non importa nulla a lei, che non ha imparato la lezione più importante: che la scuola è il luogo della democrazia.

Maria Enea