Home I lettori ci scrivono Lettera semplice a ragazzi semplici: il professor Covid

Lettera semplice a ragazzi semplici: il professor Covid

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Buongiorno ragazzi della mia III B, come state? oggi avrei dovuto accompagnarvi fuori dal percorso ormai concluso della scuola Media, insomma lo sapete che mi piace essere il gatto Zorba della situazione. Ma tutti sappiamo come è andata, a Marzo è arrivato, non richiesto, uno strano supplente, il professor COVID. Immediatamente si è rivelato il più bravo di tutti: ironia della sorte avevamo appena intrapreso lo studio dei “Promessi Sposi” e lui è stato insuperabile nel farvi rivivere quelle pagine, il dolore del distacco, ma soprattutto l’atmosfera della peste… la paura, l’irrazionalità, la tragedia. Ottimo insegnante anche di storia, spero sia più chiara ora la dinamica causa-conseguenza che regola i corsi e i ricorsi storici. Anche l’argomento globalizzazione dovrebbe essere più chiaro e tanto, tanto altro.

Sul piano della disciplina poi: noi non siamo mai riusciti a tenervi sui banchi buoni e fermi nemmeno per un’ora e le regole a molti di voi stavano troppo strette, ma ancora una volta lui è stato indiscutibilmente il più capace, vi ha tenuti chiusi e fermi per più di due mesi, tingendo la nostra Agira di rosso.

Ho cercato di trasmettervi il mio amore per la scuola, lo stesso che mi fece decidere a soli otto anni di diventare insegnante, per non lasciarla mai la scuola. Ma lui sempre più bravo di me: dopo solo qualche giorno la scuola vi mancava come non mai, anche a coloro che al mattino arrivavano già annoiati. Già, il mattino. L’ultimo giorno di scuola sarebbe stato quello delle raccomandazioni, attraverso i vostri occhi che non hanno più segreti per me, con il carico nello zaino delle vostre vite. Dai vostri sguardi in un attimo potevo scorgere i pensieri, le ansie, le emozioni, tutto più semplice e più scontato, troppo scontato, abbiamo imparato anche questo. Per salutarvi oggi mi restano solo le parole, niente  gelati, ma soprattutto niente abbracci.

E allora questo voglio donarvi, LE PAROLE. Per tre anni ho cercato di insegnarvi ad usarle correttamente, per realizzarvi e per esprimere voi stessi per quello che siete e che vorrete essere. Non usatele MAI per offendere, denigrare o calpestare l’altro, questo non farebbe di voi delle persone degne. Le parole servono a costruire i rapporti, a custodirli, a pacificarli quando necessario, a rendervi belle persone con le quali è gioia stare insieme, così come siete adesso. E allora via, mettete in pratica tutto ciò che avete imparato in questa incredibile palestra che è la scuola, la nostra scuola, la nostra classe. Vi siete arricchiti anche delle lezioni del professor Covid, è vero, ma adesso speriamo di dirgli addio per sempre.

Io, lo sapete, non potrò mai dirvi addio, aspetterò di salutarvi con gli abbracci, come avremmo fatto in una situazione di normalità.

Adesso invece voglio dirvi GRAZIE per tutto ciò che mi avete dato, specie in certi momenti che sappiamo, e anche attraverso le lezioni dal pc. Il professor Covid si è intromesso, ha cercato di fermare e di vanificare il nostro tempo, ma molte cose della vita e della scuola lui non le sa. Chi vive il mondo della scuola può invece padroneggiare e vivere con pienezza qualsiasi tempo, rubare persino i segreti dell’ ”Infinito”e fissarli tra le proprie stelle. Spesso vi ho detto e oggi più forte vi ripeto che per voi ci sarò… sempre. Quanto altro vorrei scrivervi ma poi, lo so, vi stancate e non mi seguite più. Va bene così, avremo tutta una vita davanti perché un insegnante per i suoi allievi è un riferimento certo, ( lo sono molti dei miei  ex insegnanti ancora oggi per me) rimane nelle menti ben visibile o nascosto, non importa, un insegnante è tale per sempre.

Stefania Vanadia