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Letteratura europea a scuola per capire davvero quella italiana: la proposta del presidente dell’Accademia dei Lincei

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La proposta arriva dal presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roberto Antonelli, intervenuto al convegno di Cagliari su Filologia, linguistica e politica: studiare letteratura europea nelle scuole italiane. Lo riporta Ansa.

Antonelli ha sottolineato ”l’importanza fondamentale di una formazione letteraria che nella scuola si allarghi alle grandi opere della letteratura europea. Senza l’apporto delle letterature europee la letteratura italiana non è pienamente comprensibile”.

L’obiettivo

Il presidente ha proposto anche che ”l’Italia si renda protagonista di una richiesta all’unione Europea per inserire l’insegnamento della letteratura europea in tutte le scuole dell’Unione, al fine di favorire nel tempo la formazione di una comune coscienza e di un comune sentire, anche attraverso l’identificazione di un canone comune, come avvenne in Italia dopo il conseguimento dell’Unità”.

Le Nuove Indicazioni Nazionali

Ricordiamo che nella bozza delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione che andranno a sostituire dall’anno scolastico 2026/2027 quelle adottate nel novembre 2012 si parla di centralità della letteratura si propone di rafforzare le radici culturali italiane e occidentali, con uno sguardo rivolto alle tradizioni letterarie e storiche.

Con queste modifiche, fin dalla seconda primaria i bambini potranno cimentarsi con opere classiche della letteratura per l’infanzia, da Verne a Stevenson, senza trascurare poesie e filastrocche da imparare a memoria. L’obiettivo, hanno spiegato i promotori, anche sulla scorta delle indicazioni fornite da una Commissione ministeriale di esperti, è stimolare la memoria e il piacere della lettura fin dalla tenera età. Anche la storia sarà trattata come una “grande narrazione”, partendo dalla Bibbia e dall’epica classica fino a esplorare saghe norrene e racconti delle civiltà germaniche. La musica, a lungo trascurata nei programmi scolastici, tornerà protagonista, accompagnando l’apprendimento con approcci creativi.

Una delle novità più discusse è il ritorno del latino nelle scuole medie, seppur su base volontaria. Un’ora a settimana permetterà agli studenti di avvicinarsi alla lingua madre dell’italiano, sviluppando competenze logiche e di traduzione. Al contempo, lo studio della storia si concentrerà sulle vicende dell’Italia, dell’Europa e dell’America, limitando l’attenzione al contesto occidentale e abbandonando il tradizionale approccio “geostorico”.