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Liceo classico alla riscossa, Vecchioni: “Studiate greco e latino, non sono solo esercizi…”

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Ritorna la sesta edizione della Notte Nazionale del liceo classico, che coinvolge circa 500 licei di tutt’Italia. L’idea è nata sei anni fa dal professor Rocco Schembra, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale, in provincia di Catania, e ha immediatamente ottenuto l’approvazione del Ministero dell’Istruzione.

A partire dalle 18, fino alla mezzanotte, le scuole diventano luoghi di incontro tra studenti e cittadini, con i ragazzi di oltre 430 licei classici che si esibiranno in ogni genere di performance, legate ai loro studi.

Dalle drammatizzazioni di opere classiche, in italiano e in lingua straniera, alle maratone di letture di poeti antichi e moderni, passando per concerti e danze, esposizioni di arti plastiche e visive, presentazioni di libri e incontri con gli autori, cortometraggi e cineforum, esperimenti scientifici e dibattiti.

Le parole di Roberto Vecchioni sul latino e greco

Roberto Vecchioni, oltre ad un essere un celebre cantautore, è anche un docente di lettere alle scuole superiori.

Alcuni mesi fa, in un’intervista a Vanity Fair ha parlato del suo rapporto con gli studenti e con il mondo classico: “Trasmettere la passione per i greci e i latini è il tema della mia vita, ho sempre avuto voglia non solo di apprenderle ma anche di ridarle quelle cose, per questo ho insegnato trent’anni lettere classiche. Quello che cerco di far capire che il greco e il latino non sono esercizi da tradurre, ma un mondo da scoprire”.

“Ho appreso dagli insegnanti del liceo. Anche se, quando avevo 11 anni, tutto è nato perché ho scoperto in casa un libretto di greco di mio padre. Lui mi disse: “Lascia stare, è una cosa difficilissima”. Io invece lo tenni, e di notte, sotto le coperte, perché mio fratello non voleva che tenessi la luce accesa, tentavo di capire. Ho imparato così, da autodidatta. Al compleanno dei 12 anni ho chiesto a mio padre come regalo un vocabolario di greco. Per anni ho letto e tradotto da solo, quindi arrivato in quarta ginnasio non avevo bisogno di vocabolario”.

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