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L’importanza della scuola media

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Ciclicamente si mette nel mirino la Scuola Media, definita da pseudo-esperti di istruzione “l’anello debole” del nostro sistema scolastico. In realtà, la Scuola Secondaria di primo grado svolge il proprio compito con efficacia e coerenza: forma i nuovi cittadini e orienta le scelte future.

Qualcuno parla di “spezzatino” delle discipline, prendendo un grosso granchio. La formazione e l’orientamento sono infatti incardinati sul lavoro quotidiano di docenti specializzati e abilitati nei diversi ambiti disciplinari.

Insegno Musica dal 4 novembre 1980 e da circa vent’anni ho l’onore di avere giovani colleghi che sono stati miei alunni.

Il mio insegnamento, al pari di quello di numerosi docenti di altre materie, si è rivelato capace di formare i ragazzi degli Anni Ottanta, Novanta e Duemila e di orientarli verso gli studi musicali, in considerazione delle loro potenzialità, espresse proprio durante il triennio della scuola media.

Solo chi non capisce il valore dell’insegnamento qualificato di ciascuna delle materie che compongono la tavolozza formativa della secondaria di primo grado, può chiedere di applicare alle medie il “modello” delle elementari.

Relativamente alla musica, il D.M. 8/2011 prevede l’inserimento delle scuole primarie in un elenco regionale per la concretizzazione delle attività musicali con docenti titolati; ovviamente, il citato inserimento dell’elenco stilato dall’Ufficio scolastico regionale non si ottiene con i punti del supermercato, ma con l’approvazione di un Progetto formativo fondato su solide basi pedagogiche e didattiche.

Dall’anno scolastico 2017-18 insegno anche nella primaria dell’Istituto comprensivo nel quale sono titolare di cattedra. Le alunne e gli alunni delle classi terze, quarte e quinte, durante l’ora di musica, imparano a suonare la chitarra acustica e quella elettrica, le tastiere elettroniche, la batteria e il basso elettrico. Vengono curati, inoltre, il canto corale, la conoscenza del codice musicale e la creatività. Lavoro in compresenza con le maestre, in aulemusica attrezzate con strumenti musicali per destri e mancini, calibrati sullo sviluppo fisico degli alunni, e impianto-voci dotato di radiomicrofoni. In aggiunta a questa tipologia di lezione, vengono sviluppate l’attività corale elettiva (che curo in prima persona, in orario aggiuntivo per i discenti) e la pratica strumentale elettiva, sempre in orario aggiuntivo, curata dalle colleghe e dai colleghi dell’Indirizzo musicale della scuola secondaria di primo grado (chitarra, pianoforte, sax e tromba).

Ritengo sia questa la strada per creare un curricolo verticale concreto, completo ed efficace: “Maestre a righe” e “Maestre a quadretti” affiancate da docenti abilitati in lingue straniere, arte, tecnologia e musica, come sta avvenendo per le scienze motorie.

Quanto alle soluzioni dei problemi che affliggono la scuola italiana, partirei da tre interventi immediati: numero massimo di 20 alunni per classe, 15 in presenza di uno studente con disabilità, e di 500 discenti per istituto scolastico (300 nelle zone montane, piccole isole e aree geografiche abitate da Minoranze linguistiche); sanzioni disciplinari immediate e adeguate in “flagranza di reato” fino alla non ammissione alla classe successiva o all’esame (“ex aequo” con chi non studia) per alunni scorretti e/o bulli, condanne penali per i genitori che oltraggiano e/o aggrediscono gli insegnanti; nuova Funzione Docente caratterizzata dal “full time” facoltativo (36 ore settimanali “all inclusive”), con orario di cattedra invariato, ferie pari a quelle degli altri dipendenti statali, e stipendi europei uguali per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado. Il tutto senza scomodare la Finlandia…

 Antonio Deiara

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