L’intelligenza artificiale aiuta il docente in mille modi, ma ha un “addestramento” limitato: serve senso critico. A lezione dal prof Rivoltella – VIDEO

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Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica e tecnologie dell’istruzione all’Università di Bologna, spiega alla Tecnica della Scuola perché “l’intelligenza artificiale rappresenta una grande opportunità, un ventaglio di applicazione per usi didattici, un validissimo supporto all’esercizio della loro professionalità”.

A margine di un convegno svolto a Roma Tre, il professore universitario ricorda che “il docente può progettare una lezione, costruire prove di verifica, si può fare aiutare in mille modi a supporto della propria disciplina. Ma occorre anche che mantenga una serie di attenzioni. Perché l’intelligenza artificiale ha i suoi limiti che sono intrinseci, basati sul suo addestramento, sui dati su cui è stata sviluppata la sua formazione. E quindi può avere delle ‘allucinazioni’, può incorrere in vagas, in pregiudizi e può avere degli stereotipi. Dunque, serve senso critico: è grande opportunità, ma c’è necessità di accostarvisi con consapevolezza critica da parte dell’insegnante. E naturalmente pure degli studenti”.

Altri consigli? “Non delegargli troppo; evitare di distribuire i dati degli alunni, installando quindi sui server della scuola sistemi di IA Open Source o applicazioni che non richiedono procedure di registrazione in ingresso; mai utilizzarla in modo massiccio, per non mettere a repentaglio le nostre competenze”.

L’intervista

Professore, come ci si accosta all’intelligenza artificiale?

Io direi non averne paura: l’intelligenza artificiale va utilizzata, occorre costruire cultura dell’IA, dentro le classi: non lasciare che siano gli studenti ad aggirarmi, utilizzandola a mio discapito e a mio dispetto, ma siamo noi i primi a fare la prima mossa. introduciamola nella nostra didattica.

Facciamola utilizzare, sviluppando negli studenti consapevolezza e non solo, ma anche responsabilità nell’uso mettendovi nella logica di cooperare con l’intelligenza artificiale imparando a gestire loro le operazioni, a farsi aiutare delle intelligenze artificiali, per quello che può dare. Ma senza assolutizzarla, senza enfatizzarne il contributo e soprattutto senza delegare in bianco all’intelligenza artificiale: questa è una cosa da non fare mai e occorre insegnarglielo molto bene.

Lei ha fatto riferimento alla delicatezza e l’opportunità di inserire dei dati personali: ci può spiegare meglio?

Evidentemente stiamo parlando di scuole e quindi stiamo parlando di under 18, almeno fino al quarto anno della secondaria di secondo grado c’è l’obbligo di tutelare questi dati, occorre che le scuole sviluppino i modi per farlo. E i modi ci sono: esistono dei sistemi di intelligenza artificiale generativa che sono Open Source, si possono installare sui server della scuola, in quel modo i dati rimangono residenti sul server della scuola; esistono anche applicazioni che non richiedono procedure di registrazione in ingresso e quindi non vengo identificato. Anche in quel caso gli studenti possono utilizzare le applicazioni senza necessariamente concedere i dati a dei grandi provider commerciali. Queste sono alcune delle attenzioni che si possono tenere.

Quali sono le controindicazioni sull’utilizzo dell’IA: cosa possiamo dire agli scettici?

Agli scettici possiamo dire di non aver paura e di provarci: evidentemente, questo non significa essere ingenui ed ottimisti. Ci sono già evidenze di ricerca che fanno riferimento a competenze cognitive rilevanti, che si perderebbero con l’utilizzo massiccio dell’intelligenza artificiale. Posso fare due esempi: l’IA fa molto bene sintesi, riassunti e l’IA è potentissima nella traduzione. Ma se io mi servo sempre di intelligenza artificiale per fare riassunti e per fare traduzioni perderò via via la capacità di fare io riassunti e di usare le lingue straniere veicolari che conosco. Questa può essere un’attenzione da tenere: evitare un uso talmente massiccio da mettere repentaglio, da mettere a rischio, competenze che invece è importante che noi e i nostri studenti continuino a sviluppare e a mantenere a prescindere dall’intelligenza artificiale.