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L’intelligenza artificiale non sostituisce il docente, l’aiuta a snellire la burocrazia: ma Barbacci (Cisl) e Fracassi (Cgil) temono che stravolga l’apprendimento

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L’intelligenza artificiale sta entrando a piedi uniti nella società e nella scuola. Ne sono convinti i protagonisti. E anche i sindacati. Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, ha rivelato all’Ansa che la sua organizzazione sta “riflettendo da tempo sulle opportunità ed i rischi dell’intelligenza artificiale”, perché “è un fenomeno che inonderà le scuole in maniera significativa” e quindi c’è da “capire qual è l’equilibrio tra etica e innovazione digitale”, con “i docenti che vanno orientati anche a capire l’utilità di questi strumenti”.

Barbacci ha anche tenuto a dire che “l’intelligenza artificiale non può essere sostitutiva del lavoro del docente, piuttosto può rappresentare uno strumento prezioso per alleggerire gli aspetti ripetitivi e burocratici della professione docente, restituendo centralità al ruolo educativo dell’insegnare”.

A dire la sua all’agenzia Ansa è stata anche Gianna Fracassi, segretaria generale Flc-Cgil, che parla apertamente di una “quarta rivoluzione che apre temi e problematiche complesse sul versante etico, democratico e anche sul versante dell’apprendimento”.

Quindi spiega che “la Flc-Cgil non ha atteggiamenti luddisti o di passiva accettazione ma crede che sia necessario mettere in campo una riflessione profondissima su questo tema che stravolge profondamente il modello di apprendimento e la stessa modalità del pensiero“.

“Per questo non siamo convinti della sperimentazione degli assistenti virtuali per la didattica per individuare le difficoltà di apprendimento”, annunciati dal ministro Giuseppe Valditara: “Ci sembra una visione limitata e rischiosa. Oltretutto affidando a imprese la gestione dei software e quindi la conoscenza di dati sensibili relativi agli alunni e alunne”.

Secondo Fracassi, l’impressione è che a livello di istituzioni “processi così pervasivi e dirompenti non vengano affrontati e governati, ma solo accettati passivamente e senza cogliere fino in fondo i limiti e le criticità ma anche le straordinarie potenzialità”.