
Esce nella collana “Firmamenti”, dell’editore Marsilio, Hermann August Korff, “Lo spirito dell’età di Goethe. 1°. Sturm und Drang”, 45,00 €, a cura di Giampiero Moretti, a cui seguiranno gli altri tre volumi, compresa una appendice, che compongono l’opera grandiosa di Korff relativa appunto alla “Goethezeit”, l’età di Goethe, quello straordinario periodo cioè che va, globalmente, dal XVIII al XIX secolo e in modo più specifico dal 1770 al 1830 e che di sé ha informato in maniera profonda tutta l’arte e la cultura Occidentale, a parte naturalmente essere stata la più feconda epoca della letteratura tedesca.
Il progetto editoriale è promosso dalla Fondazione Cassamarca di Treviso che si propone di valorizzare e far conoscere opere di eccezionale importanza nella formazione del pensiero occidentale, talora trascurate dalla critica o addirittura prive di una traduzione italiana, come è il caso di Korff di cui sono stati tradotti della parti della sua monumentale opera.
Hermann August Korff (1882-1963), in modo particolare, lavorò a questo unico, grande monumento della sapiente intellighenzia tedesca dal 1923 al 1953, attraversando dunque la crisi di Weimar, il nazismo, la guerra, la divisione della Germania, senza staccarsi dalle sue ricerche, ma risultando uno dei più importanti e indiscussi interpreti dell’analisi letteraria nell’epoca classico-romantica, di quel “Geist der Goethezeit”, lo spirito dell’età di Goethe, nonché un punto di riferimento culturale imprescindibile per chi volesse entrare in quelli studi in cui anche l’Italia fu coinvolta, seppure ne sia rimasta in qualche modo volontariamente lontana.
Opera monumentale dunque, svolta nell’arco di 34 anni dallo studioso, l’impalcatura culturale parte dalla esclusione della borghesia tedesca dal potere politico, che in Francia invece aveva dato vita alla Rivoluzione, per dedicarsi al “regno dell’ideale” e alla ricerca filosofica, dopo avere fatto i conti con l’Illuminismo, per sbarcare nel romanticismo, ma fissando come data simbolica il 1832, la morte di Goethe, lui neoclassico e punto di riferimento filosofico e artistico dello Sturm und Drang.
E allora Korff si lancia, in questo primo tomo, nella esaltazione dell’interscambio emozionale tra la letteratura e la filosofia, tra spirito e vita da cui appunto nasce l’opera d’arte e dentro cui si innesta la storia dello Spirito, insieme all’età di Goethe, per cui entrambe appaiono indissolubilmente legate.
La “Goethezeit” dunque ricostruisce, spiega Korf ripercorrendolo spiritualmente, l’evento storico esemplare in modo che la “Geistgeschichte”, lo spirito della storia, risulti la pratica interpretativa per capire quell’età e quelle idee e dunque lo spirito che aleggia in tali anni così straordinari dell’avventura artistica della letteratura tedesca.
In altri termini, è lo spirito di Goethe a dettare le indagini fondamentali nelle diverse epoche, ma non come soggetto umano, bensì come forma umana universale, come elemento di critica e pietra di paragone assoluto.
Nella seconda metà del Settecento, per la prima volta, la cultura tedesca dimostra al mondo di essere colta, meditata e soprattutto trascinante con la sua schiera di filosofi e pure con la sua flotta raffinata di poeti e artisti, mentre il vecchio Herder, da Weimar, dove con Goethe si era rifugiato, indicava l’interazione tra filosofia e letteratura come due facce complementari di un bisogno primario della vita, quello di creare miti, propria dei poeti, e conoscenza, propria dei filosofi.
L’ebbrezza del sentimento dello Sturm und Drang, cara a Kant, attira Schiller anzitutto, ma anche Goethe di cui fa fede il carteggio.
Ma quello spirito ben presto deve fare i conti con gli “Anni di apprendistato” dell’umanità e dovrà trasfigurarsi nella “classicità tedesca”, con lo spirito della Terra e con gli archetipi della bellezza custoditi dalle Madri, nella risonanza poetica della “note classica” di Walpurga.
