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Lucio Corsi: “I miei mi volevano al liceo artistico, io scelsi lo scientifico perché ero matto. Ho studiato fino al biennio”

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Il cantautore Lucio Corsi, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair, ha parlato del suo percorso a scuola e ha commentato il fatto che la sua canzone arrivata seconda al Festival di Sanremo 2025, “Volevo essere un duro, venga proposta ai piccoli alunni.

“Ho studiato fino al biennio”

“I miei mi volevano all’artistico, perché disegnavo. E mia mamma, anche se lavora al ristorante di mia nonna da sempre, ha la passione per la pittura. Però io dissi: ‘No, voglio andare allo scientifico’… Perché? Perché ero matto. Ho studiato fino al biennio. Poi dalla terza c’è stato un tracollo, anche se non mi hanno mai bocciato”, queste le sue parole.

“Provai l’Accademia di Brera. Con l’intento, in realtà, di riuscire a fare della musica il mio mestiere. Vede, i miei all’inizio erano scettici, ci è voluto tempo… Però, quando hanno visto che lo facevo davvero con tutto l’impegno possibile e la serietà del caso, mi hanno aiutato, dato fiducia”, ha aggiunto.

Lucio Corsi modello opposto ai trapper

E, sul successo tra i più piccoli del suo brano, usato anche per costruire percorsi di educazione all’affettività a scuola: “Mi fa molto piacere, perché il bello delle canzoni è che sono nell’aria, si mischiano a qualche nuvola e vanno dove gli pare. Se arrivano nelle scuole mi piace, perché sono per tutti, e siamo tutti stati bambini”.

Corsi è stato proposto, dall’opinione pubblica, come modello opposto ai trapper intrisi di mascolinità tossica. Ecco cosa ne pensa lui: “Io faccio il mio o quello che mi sento di portare sul palco e di scrivere. Non parto dall’intento di voler essere l’ideale di qualcosa. Poi se passa quell’idea lì, se vengo visto in quel modo, mi sembra una cosa positiva”, ha concluso.

Lucio Corsi: “Non ho imparato nulla dai docenti a scuola

Il cantante, classe 1993, ha parlato di scuola, come pubblicato da Sugar Music su Facebook, prima di Sanremo. La sua è stata interpretata da molti come una critica velata al sistema di istruzione.

Ecco le sue parole. “Non ho imparato nulla sui miei professori ma tutto dai miei compagni di classe. Questo è l’insegnamento più bello che mi ha dato la scuola, perché allo scientifico ero l’unico che suonava, con i capelli lunghi”, ha esordito.

“Ho imparato a convivere con altre persone che non hanno le mie stesse passioni. Questo è l’insegnamento più grande che mi ha dato la scuola”, ha concluso.