
Il caso della maestra morta a causa di un incidente stradale mentre era in gita scolastica, su un pullman, con i suoi alunni, ha visto l’arresto dell’autista, che come testimonia una foto, poco prima dello schianto si è distratto per messaggiare al cellulare.
L’amara riflessione
Il politico e scrittore Walter Veltroni, su Il Corriere della Sera, ha cercato di riflettere su quanto accaduto: davvero una vita umana vale meno dell’impellenza di scrollare o rispondere ad un messaggio? Ecco le sue parole.
“Io non riesco a liberarmi da un’immagine pubblicata in questi giorni. L’autista ha le due mani non sul volante, ma sul telefono cellulare e lo sguardo è rivolto verso il basso, sullo schermo dello smartphone, non sulla strada. Il pullman viaggiava a 90 chilometri all’ora, il tir che lo precedeva a 55. Dall’esame del cellulare si desume che in quell’istante, subito prima dell’impatto, il guidatore stava facendo screenshot di un messaggio WhatsApp dell’ufficio. Quello che colpisce sono, ovviamente, l’imprudenza e l’irresponsabilità, ma soprattutto la totale indifferenza per quei bambini che stavano dormendo o facendo chiasso nella loro gita scolastica. Il messaggino era più importante di loro. Non entro nelle responsabilità personali di quel caso specifico, se ne occupa la magistratura. Mi interessa dire che quella foto potrebbe essere scattata ovunque, su qualsiasi strada o autostrada italiana. Fermiamoci a un incrocio e contiamo quante persone stanno usando il cellulare mentre guidano. Scopriremo che sono la maggioranza”, ha esordito.
“Ma c’è un aspetto che questa foto propone a chi abbia voglia di interrogarsi su come siamo diventati: il nostro rapporto con il tempo. Per quell’autista rispondere immediatamente o catalogare un messaggio era inconsciamente più importante della sicurezza di quei bambini, delle insegnanti, di sé stesso. Perché il cellulare non può attendere, è lui che detta i nostri tempi, che trasforma l’inutilità in urgenza assoluta, che impone una rete di comunicazioni perpetue e fragili, che trasmette ansia con la tortura delle spuntature di vari colori della messaggistica”.
“Il cellulare ha mutato il nostro rapporto con il tempo rendendo tutto isterico, immediato, irrinviabile. Il tempo va divorato, non vissuto. Con il paradosso che questi mezzi, nati per farci, meritoriamente, risparmiare il tempo inutile delle file e degli sportelli, ci spinge poi a impiegare quel tempo guadagnato scrollando banalità sul cellulare. L’umanità frenetica e a testa bassa non può aspettare, mai. Non accetta progetti, tanto meno politici, vive alla giornata, anzi all’istante, non chiede coerenza, perché non collega ieri oggi e domani. Vuole solamente, tutta intera, la nostra attenzione. È gratis, ma solo perché il prezzo siamo noi”, ha concluso.
La maestra è morta sul colpo
Nell’incidente perse la vita la maestra Domenica Russo, 43 anni, che si trovava a bordo del pullman assieme ai suoi alunni della scuola primaria di Cazzago Brabbia (Varese), reduci da una visita al Museo del cavallo giocattolo di Grandate: per la donna, seduta proprio accanto al sedile di guida non c’è stato nulla da fare. La docente, originaria di Napoli, al secondo anno di insegnamento dopo dieci anni di lavoro come assistente sociale, morì sul colpo.
L’autista del pullman, rimase invece ferito. Sul pullman erano presenti trenta alunni – tra i sette e i nove anni – e altre tre insegnanti.
Il nuovo Codice della Strada, del 2024, punisce severamente chi guida utilizzando il telefono cellulare, lo smartphone e altri dispositivi elettronici: a coloro che vengono sorpresi alla guida usando tali strumenti vengono comminate multe, decurtazione di punti e anche possibili sospensioni della patente.




