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Maturandi, ma già a lavoro e con la partita Iva

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Ancora a scuola e ora impegnati negli esami di stato, ma già datori di lavoro, con partita iva e ambizioni. Secondo una inchiesta della Stampa, che ha riportato l’esperienza di tre maturandi, tanta parte dei nostri giovani incomincia a darsi da fare già sui banchi di scuola per garantirsi un avvenire e soprattutto una posizione.

Diciottenni con le idee chiare, “incastrando interrogazioni e clienti, compiti in classe e fatture, compagni di banco e colleghi da gestire”, si sono buttati nel mondo del lavoro con la passione e la determinazione tipica dei giovani, tant’è che i loro guadagni superano quelli dei genitori. Ma non solo. Prendendo dalla scuola tutto ciò che a loro può servire, ne hanno sfruttato le competenze messe loro a disposizione, trasformando così in realtà i propri sogni. 

Non vogliono sprecare tempo, affrontano il lavoro con diligenza e intelligenza, sfidano se stessi e mettendo alla prova le proprie abilità.

Perché hanno compreso che crescere non è aspettare il futuro, ma iniziare ad abitarlo”. Anche prima degli orali dell’esame di Stato. 

Tre racconti dunque di tre diplomandi, impegnati già nell’affrontare gli orali agli esami. Tutti e tre con un guadagno invidiabile.

L’uno, 18 anni di Palinuro, con una sua agenzia, gestisce, attraverso il web, dalla digitalizzazione alla cybersecurity. “A 14 anni sviluppavo software per la community, gratis, per passione. Poi sono arrivati i primi corsi in giro per l’Italia. E da lì ho capito che potevo farne una professione”.

L’altro, 18 anni, frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico a Torino e sviluppa software web.Scuola, rappresentanza d’istituto, community tech, speech in eventi e università. “Non basta fare bene. Devi fare qualcosa che abbia senso per chi lo riceve. Altrimenti, perché farlo?”.

E l’altro ancora:  Bruno 18 anni, di Dorgali, in provincia di Nuoro.  Ha cominciato a undici anni con la fotografia, si è innamorato dei video e non ha più smesso. “Montaggio, riprese, scrittura, regia”. 

Paradossalmente per questi ragazzi il momento più difficile è stato l’approccio con la maturità, per causa della quale “non ho potuto lavorare come avrei voluto”.