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Mense scolastiche, qualità del cibo e niente panino da casa: ecco le proposte del Governo

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Sembra sia questione di poco tempo e la mensa scolastica avrà la propria copertura legislativa che lascerà a casa il famoso panino.

Infatti il Governo, con un disegno di Legge sulla ristorazione collettiva, vuole ripotare in auge Il Ddl 2037 presentato nel 2015, attualmente in Commissione agricoltura del Senato e prossimamente di quella dell’Istruzione prima di approdare presto in aula.

La normativa che include tutti i tipi di mensa (ospedaliera, assistenziale e scolastica), si legge su Il Fatto Quotidiano, ha come obiettivo quello di uniformare la nostra legislazione sull’affidamento e lo svolgimento della ristorazione alle disposizioni dell’Unione europea.

E nell’ultima bozza del disegno in commissione viene chiarito il discorso panino da casa: “i servizi di ristorazione scolastica sono parte integrante delle attività formative ed educative erogate dalle istituzioni scolastiche”, confermando quindi le parole spese dal ministro Fedeli qualche mese fa.

La novità del disegno di legge, sarebbe la ricerca della qualità del servizio di ristorazione: “le procedure di selezione dell’offerta avvengano sulla base del criterio dell’offerta più vantaggiosa ma dev’essere comunque garantita l’adozione di una formula di che garantisca la preminenza del criterio della qualità”, si legge sulla bozza.

A tal proposito, Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva, ha fatto pervenire una nota alla commissione agricoltura dove solleva una serie di questioni: “abbiamo chiesto che tra i soggetti da consultare per elaborare le linee guida oltre alle associazioni rappresentative della filiera agroalimentare e l’Anci vi siano anche le organizzazioni civiche e i coordinamenti di commissioni mensa che dovrebbero occuparsi anche della fase di monitoraggio e controllo”.

A spiegare meglio il disegno di legge ci pensa la senatrice Stefania Pezzopane, firmataria del ddl: “si prevede che le istituzione pubbliche che hanno proceduto all’appalto di tali servizi coinvolgano i diretti fruitori anche attraverso organizzazioni civiche” che si occuperanno del monitoraggio dei parametri stabiliti nel bando di gara”.

La virata (al momento teorica) del disegno di legge verso la qualità degli appalti, si contrappone alla scomparsa dell’educazione alimentare, sottolineata anche dalla stessa Bizzarri di Cittadinanzattiva, ma anche dalla senatrice Bludo (M5S), che inoltre vorrebbe anche presentare degli emendamenti relativi al costo standard delle tariffe.

Francesca Rocchi, vice presidente di Slow Food Italia sottolinea, si legge ancora su Il Fatto Quotidiano, che “questo testo di legge sulla ristorazione scolastica finalmente riporta al centro della scuola l’importanza che la stessa deve avere nella vita dei nostri futuri cittadini, quello di accoglienza e sviluppo che include e interpreta anche gli importanti momenti passati in mensa. La formazione per gli insegnanti, citata anch’essa nel nuovo testo, diventa fondamentale per creare quell’humus generatore di dialogo e di creazione della comunità scolastica che da tempo auspichiamo per i nostri figli. A patto però che questo avvenga per tutti, nessuno escluso, perché nutrirsi ed imparare é un diritto per noi inalienabile”.

 

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