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Mense scolastiche, sì a diete kosher e halal: approvata mozione a Torino, ci sono perplessità

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Si parla ancora di integrazione di alunni stranieri nelle scuole italiane, dopo il dibattito sullo Ius Scholae, la chiusura di una scuola milanese per il Ramadan, le polemiche sul niqab a scuola. La decisione di un consigliere comunale torinese è destinata a far discutere.

Come riporta Ansa, l’obiettivo della mozione è l’introduzione delle diete kosher e halal nelle mense scolastiche, affiancandola ai regimi alimentari già in uso. A chiederlo il consigliere Pd Abdullahi Ahmed Abdullahi. La mozione è stata approvata ieri, 10 febbraio, dal Consiglio comunale, “nel segno dell’inclusione in una città sempre più variegata dal punto di vista etnico, religioso ed etico”.

“Importante rappresentare i sentimenti dei nostri concittadini”

Il documento chiede di dare la possibilità alle famiglie ebraiche e musulmane di poter scegliere “nel rispetto del pluralismo religioso” Nel presentare l’atto, il consigliere non ha nascosto la sua emozione. “So cosa vuol dire appartenere a una minoranza etnica e religiosa – ha detto – e sentire di non essere ascoltati, capiti o rappresentati. E so anche quanto è importante per ciascuno di noi rappresentare i sentimenti dei nostri concittadini per creare una comunità torinese coesa”.

Ha poi sottolineato che “questo atto ci dà la possibilità di raccogliere richieste forti che arrivano dalla comunità ebraica e musulmana. Ma l’obiettivo – ha concluso – è anche di creare un senso di appartenenza dei più giovani e rafforzare l’idea di una comunità plurale in cui le diversità culturali e religiose siano una ricchezza”.

La mozione chiede di valutare la fattibilità di una sperimentazione di almeno un anno con un campione di classi o scuole. Da parte di alcuni consiglieri del centrodestra sono state espresse perplessità sulla fattibilità del progetto, a livello di costi e di certificazioni dei prodotti per garantire che siano effettivamente halal e kosher.

Niqab a scuola, la polemica

In questi giorni è tornato il dibattito sul burqa indossato dalle studentesse in classe in quanto un’iniziativa di una scuola friulana ha fatto discutere: qui il referente di plesso effettua una sorta di riconoscimento privato alle ragazze che indossano il niqab, ossia, come riporta Treccani, il velo, solitamente di colore nero, usato dalle donne musulmane per coprire il capo e il viso, lasciando solo una fessura all’altezza degli occhi. 

Come riporta Ansal’incaricato deve sollevare il velo alle ragazze e assicurarsi della loro identità. La prassi è non codificata ma adottata sul campo per aiutare i docenti, per le studentesse islamiche, cinque ragazze. A riportare la notizia il quotidiano Il Piccolo. La Lega, polemica, ha convocato oggi una conferenza stampa.

Anche per le materie affrontate ci sono adattamenti: per frequentare le lezioni di ginnastica, le alunne a volto coperto e tunica fino ai piedi indossano abiti alternativi a quelli tradizionalmente in uso; un’insegnante ha introdotto il badminton e qualcuno ha anche dispensato le ragazze dalla corsa.

Per la dirigente scolastica lo scopo delle modifiche è evitare di “indurre le ragazze a lasciare la scuola” visto che “l’istituzione raggiunge il suo scopo quando l’allievo consegue i cinque anni di studio”. Il Piccolo ha intervistato anche una delle ragazze che indossano il niqab: “Svolgo gli esercizi che non fanno vedere il mio corpo. Il problema è lo stage, perché l’insegnante non transige sulla mia identificazione. Oggi gli altri sono andati a fare l’attività, io sono rimasta a scuola. Se i problemi continuano non so se resterò fino alla quinta…”.