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Mobilità 2022, i sindacati incontrano il Ministero per il nuovo contratto. Verso l’abolizione del vincolo?

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FLC CGIL, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams parteciperanno all’incontro di oggi pomeriggio sul rinnovo del contratto sulla mobilità. Lo dichiarano gli stessi sindacati.

“Il tema dei trasferimenti del personale – affermano i segretari generali Sinopoli, Turi, Serafini e Di Meglio – è una delle grandi questioni aperte. Per questo all’incontro sarà ribadita la necessità di confermare l’attuale struttura contratto integrativo sulla mobilità che non prevede alcun vincolo, se non quello definito in sede di contratto nazionale”.

Insomma, come La Tecnica della Scuola ha più volte spiegato, la posizione unitaria dei sindacati è quella di riportare il vincolo entro la contrattazione. Ci sperano migliaia di docenti vincolati. Vedremo quale sarà l’esito dell’incontro con il ministro Bianchi.

“Superare le strettoie legislative è possibile – affermano i segretari – per questo è fondamentale verificare se esiste la volontà del ministero di superare ciò che la legge ha imposto. Lo strumento normativo per realizzare questo obiettivo già esiste (art 2, comma 2, del Testo Unico n.165/01) e consente di intervenire – riportando l’intera materia nell’alveo contrattuale – per eliminare i blocchi esistenti”.

“Va ricordato – aggiungono i segretari di FLC CGIL, Uil Scuola, Snals e Gilda – che il rinnovo del contratto integrativo per la mobilità del personale si svolge alla vigilia del rinnovo del contratto nazionale della categoria”.

“Appare del tutto chiaro che è il contratto nazionale che definisce le linee guida e gli obiettivi per la contrattazione integrativa di secondo livello. Non sarebbe opportuno concordare un nuovo contratto sulla mobilità che abbia caratteristiche e durata diverse da quelle che si andranno definendo in sede di contrattazione nazionale”.

“Abbiamo ribadito in tutti gli incontri politici – aggiungono i segretari – che la mobilità del personale è tema ricondotto alla contrattazione e all’autonomia delle parti, per questo vanno superate le diverse incursioni di legge, che hanno prodotto stratificazioni normative e vincoli che vanno superati”.

“I tempi ristretti e l’esigenza di affrontare nodi politici più impegnativi – sottolineano i quattro segretari – ci portano a ritenere opportuno prorogare di un anno il contratto attualmente in vigore, rinviando la trattativa sul nuovo integrativo a dopo il rinnovo del contratto nazionale il cui negoziato è malauguratamente ancora fermo, senza nemmeno l’atto di indirizzo all’Aran, mentre altri comparti sono già alla firma. Altra questione cruciale che andrà valutata in tempi brevissimi”.