Home Generale Mosca non festeggia i Cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre

Mosca non festeggia i Cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre

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In epoca sovietica il 7 novembre di ogni anno si celebrava la Rivoluzione d’ottobre del 1917 in modo solenne con parate militari e vari eventi pubblici.

Dopo il crollo dell’Urss i festeggiamenti sono stati interrotti e le autorità hanno ignorato l’anniversario, ma il Partito comunista russo continua a commemorare l’ascesa al potere dei bolscevichi: un fatto storico che da tempo divide la società russa.

Ieri invece si è svolta solo una breve manifestazione comunista a Mosca per celebrare il centesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre, con delegazioni di partiti e organizzazioni di sinistra da 80 paesi del mondo, compresi gli italiani. I dimostranti hanno sfilato sventolando bandiere sovietiche e di vari partiti comunisti.

Molti i ritratti di Lenin e Stalin, mentre centinaia di poliziotti controllavano la zona.

Migliaia di simpatizzanti e attivisti hanno sfilato in corteo lungo il centralissimo viale Tverskaia per poi radunarsi in piazza della Rivoluzione, di fronte al teatro Bolshoi e accanto alla statua di Karl Marx.

Le celebrazioni ufficiali invece hanno ricordato, il 7 novembre del 1941, quando i soldati sovietici partirono verso la linea del fronte (a soli 30 km dalla città) per difendere Mosca dall’avanzata dell’esercito tedesco, durante la Seconda Guerra Mondiale.

La parata di ieri è stata una ricostruzione storica di quello che avvenne 76 anni fa ed è animata soprattutto dai cadetti delle scuole militari; al suo termine i veterani del conflitto mondiale e i rappresentanti dell’amministrazione comunale saranno i protagonisti della solenne deposizione di corone di fiori presso la Tomba del Milite Ignoto nei Giardini di Alessandro, sotto le mura del Premio.

Nella narrativa ufficiale del Cremlino, non è più la Rivoluzione bolscevica la festa centrale del calendario laico, ma la vittoria sul nazismo, che si celebra il 9 maggio, con tutta la scia di polemiche sulla riabilitazione di Stalin – fautore di quella vittoria – che si porta dietro.