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Nè per merito nè per anzianità

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La pantomima governativa che passo dopo passo vorrebbe cambiare l’Italia e con essa la scuola è un annuncio politico che non convince quasi nessuno. Solo chi non vuole vedere la realtà delle cose può pensare e credere davvero che entro 1000 giorni tutto cambierà.
Stiamo assistendo a quella che può essere definita eufemisticamente “politica gattopardesca”. Annunciare cambiamenti radicali ed epocali che non cambieranno proprio nulla. Annunci come ad esempio quello che vorrebbe abolire gli scatti d’anzianità degli insegnanti per introdurre, al loro posto, i cosiddetti scatti di competenza. Ma è veramente ipotizzabile che a partire dal prossimo anno scolastico o anche fra due anni scolastici, gli scatti di anzianità vengano aboliti per fare spazio agli scatti di merito?
Anche se gli annunci dicono ripetutamente che questo avverrà, c’è chi invece sostiene che è tutto molto incerto. In buona sostanza tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, quindi, tra gli annunci di governo e il mettere in atto quanto annunciato, bisogna andarci molto cauti.
Intanto la realtà è un’altra ed è molto chiara. All’orizzonte temporale del 2018, ma c’è chi dice anche del 2020, non ci sarà né merito e né anzianità, ma si paventa il blocco dei contratti.
In buona sostanza è già pronto un nuovo blocco del contratto scuola e anche degli scatti  di anzianità, mentre si annunciano, a partire da dopo il 2018 gli “scatti di merito”, ma non per tutti gli insegnanti, finanziati in modo endogeno dalla cancellazione per tutti degli scatti di anzianità. Quindi, il risultato di questa operazione  è ancora una volta di risparmio finanziario e non di consacrazione del merito. Un blocco del contratto e degli scatti d’anzianità che farà risparmiare alle casse dello Stato oltre un miliardo di euro, in contrasto con l’idea politica  di fondo, che annuncia il volere riconoscere il valore del lavoro di chi ogni giorno fa funzionare la scuola.
Si sta utilizzando a parole l’esigenza di valorizzare il merito di chi lavora, per scardinare il sistema retributivo degli insegnanti e del personale scolastico, senza premiare economicamente nessuno almeno fino al 2019.
E poi chi garantisce che arrivati al 2019 ci saranno le risorse economiche per pagare gli scatti di merito? Nessuno potrà garantire niente a nessuno, ma questa operazione intanto farà risparmiare tanti soldi alle casse dello Stato. Gli insegnanti sono stati già buggerati e quindi scottati nel 2008. Infatti tutti ricordano che nella legge 133/2008 all’art. 64, comma 9, era previsto che il 30% degli 8 miliardi di euro tagliati all’istruzione, sarebbero dovuti servire ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall’anno 2010. Nel 2014 possiamo affermare che quel 30% non è stato mai più restituito a livello contrattuale per valorizzare gli insegnanti. Perché mai dovremmo credere che questa volta l’abolizione immediata degli scatti d’anzianità, dovrebbe essere restituita ad una parte dei docenti a partire dal 2018? Infatti nessuno ci crede! Il timore è che alla domanda: “merito o anzianità?” venga data, con il senno di poi, la seguente risposta: “né l’uno né l’altra per carità”.