Home I lettori ci scrivono Non ci abbandonate! L’appello dei “superstiti delle Ssis”

Non ci abbandonate! L’appello dei “superstiti delle Ssis”

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Gentilissimi Signori delle Istituzioni,

Siamo nuovamente qui a chiedervi con forza di non essere dimenticati. La nostra situazione, che ormai conoscete bene, non è ancora stata risolta, forse perché siamo in pochi (circa 500) e quindi politicamente poco rilevanti. Per nostra sfortuna, però, esistiamo ancora come gruppo giuridicamente ben definito e non possiamo tacere nel vedere che l’ennesima ingiustizia potrebbe essere perpetrata nei nostri confronti.

Il Ministero, nelle Linee Guida della Buona Scuola del settembre 2014, ha prospettato la possibile assunzione in ruolo dei “Superstiti  Ssis” (soggetti di cui all’art. 15 comma 17 del D.M. n. 249/2010 e art. 1 comma 19 del DM 11/11/11) e degli abilitati di SFPVO, in subordine alle eventuali rinunce degli iscritti nelle Graduatorie ad Esaurimento.

Sappiamo che il Governo e il Ministero si trovano, in questi giorni, a decidere l’immissione in ruolo di oltre 100mila docenti precari. I beneficiari di tale provvedimento dovrebbero essere i docenti in Graduatorie ad Esaurimento e i docenti vincitori e idonei del concorso 2012. Perché escludere nuovamente i “Superstiti Ssis” e gli abilitati di SFPVO dal piano straordinario di immissione in ruolo? 

Ricordiamo a voi tutti che alcuni abilitati con Tfa in sovrannumero ai sensi dei succitati art. 15 comma 17 del D.M. n. 249/2010 e art. 1 comma 19 del DM 11/11/11 sono già oggi in GaE o perché iscritti illegittimamente con riserva nelle GaE dal 2009 o perché inseriti negli ultimi due anni dai giudici amministrativi e del lavoro. Costoro beneficerebbero dunque del piano straordinario di assunzioni allo studio: immettere in ruolo i presenti in GaE significa assumere alcuni nostri colleghi che hanno seguito esattamente lo stesso nostro percorso, docenti che, dopo aver superato il concorso per l’ammissione alla  Ssis hanno dovuto sospendere la frequenza della scuola di specializzazione ed hanno quindi conseguito l’abilitazione tramite TFA. Perché perpetrare una tale ingiustizia nei confronti di quei pochi che, nel pieno rispetto della lettera del DM 42 del 8/4/2009, che consentiva l’iscrizione in GaE soltanto a chi sapeva di poter conseguire l’abilitazione completando il corso  Ssis entro il 30 giugno 2009, non si sono iscritti allora e non sono riusciti, per tanti motivi, compresa la lentezza della giustizia ed i suoi costi che mal si conciliano con le loro precarie condizioni economiche, ad ottenere il riconoscimento del loro diritto tramite i giudici?

Con la presente, in qualità di portavoce dei “Superstiti  Ssis non inseriti in GaE”, intendo rappresentarvi tutto il nostro sconcerto e la nostra delusione per il fatto che la situazione grottesca nella quale si trovano intrappolati i soggetti di cui all’art. 15 comma 17 del D.M. n. 249/2010 e art. 1 comma 19 del D.M. 11/11/11 non sia assolutamente presa in considerazione nelle bozze del provvedimento che sono state negli ultimi giorni pubblicate da diversi siti web specializzati e persino dal sito del Corriere della Sera.

Ricordiamo al Ministero che questa nostra condizione è stata determinata dal cattivo funzionamento dell’Amministrazione pubblica, dal comportamento non uniforme dei vari Uffici Scolastici, dalle indicazioni contraddittorie del Miur, dalle sovrapposizioni e stratificazioni legislative.

L’Esecutivo si era impegnato a produrre un provvedimento normativo per risolvere la situazione dei cosiddetti “Congelati  Ssis non inseriti in GaE”. Tali impegni sono agli atti del Parlamento dal novembre del 2013 sotto forma di due ordini del giorno, entrambi con parere favorevole del Governo (S.9/01150/063 Ruta, (PD) e C. 9/01574-A/84 Palmieri (FI – PdL)) e la risposta del sottosegretario Toccafondi all’interrogazione n. 3-00441 della senatrice Montevecchi (M5S).

Ci auguriamo che il lavoro del Governo e del Ministero da cui dipendiamo possano riguardare anche l’immissione in ruolo di tutti i soggetti di cui all’art. 15 comma 17 del DM 249/2010 e art. 1 comma 19 del D.M. 11/11/11, come già previsto dalle linee guida “La Buona scuola” del settembre 2014, così da rimediare all’ingiustizia di cui fino ad oggi siamo vittime.

Grazie dell’attenzione e cordiali saluti,

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