Home I lettori ci scrivono Non di soli trasporti vive la scuola

Non di soli trasporti vive la scuola

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Gentile Direzione
Il problema della Scuola sembra sia diventato, unitamente all’aspetto strettamente sanitario l’elemento cardine di tutti i problemi della nazione italiana. Decenni di disimpegno e disinteresse hanno restituito solo macerie.

Forse ne usciremo tra 2-3 anni, forse ci saranno altre ondate pandemiche anche di altre tipologie di virus; questi aspetti ci obbligano a prevedere scenari e giocare d’anticipo senza inseguire il problema.

Quali sono le soluzioni che consentano l’apertura immediata senza tergiversare oltremodo? Parliamo di soluzioni operative e strutturali:

  • Rendere funzionali i trasporti; studenti e utenti obbligati a viaggiare inscatolati come sardine su mezzi vecchi e inefficienti; che vergogna. Non occorre essere dei geni, basta triplicare il numero delle corse e imporre un distanziamento all’interno degli autobus con accesso solo per i posti a sedere. Qua stiamo a discutere su un problema che da tanto avrebbe dovuto trovare soluzione.
  • Evitare gli assembramenti dentro i locali scolastici, con ingresso (almeno in questa fase) solo ad 1/3 dei ragazzi per ciascuna classe ( e non per Istituto) , altrimenti soprattutto nelle aule di minor superficie non sarebbe garantito il distanziamento.
  • Occorre in questo senso garantire un distanziamento di almeno 2 metri dentro le aule, un rapporto superficie/alunno pari a 3,5-4mq, obbligo di contemporaneo uso della mascherina, in attesa dei vaccini per docenti, studenti e personale scolastico. Altrimenti si tratterebbe di assembramento in classe.
  • Pianificare l’attività scolastica futura, garantendo per il prossimo anno scolastico un numero massimo di 15 studenti per classe (questo è un punto cruciale). Questo aspetto è continuamente eluso dalla classe politica. Infatti, valutato che le dimensioni medie delle aule è intorno a 40mq, con tale parametro sarebbe garantito il distanziamento anche all’interno degli edifici scolastici e sarebbe consentita la didattica in presenza al 100% senza DAD unitamente all’efficientamento del sistema trasporti.
  • Come si può pensare di costituire classi con 27-30 studenti? E’ una follia da un punto di vista didattico e sanitario.
  • Recupero degli stabili in uso e dismessi che aumenterebbero il rapporto superficie utile/studente
  • Prevedere un presidio sanitario dedicato (1 presidio ogni 1000 studenti) che possa servire a contrastare emergenze sanitarie che saranno continue e per questo vanno prontamente gestite con la vaccinazione ma anche con la prevenzione.

Operiamo subito per cortesia.
Non facciamoci illusioni, non cambierà nulla; le conseguenze le pagherà la scuola, le pagherà l’Italia che lascia fuggire giovani ricercatori, persone geniali che consentirebbero di costituire nel nostro paese le equipe di scienziati di cui oggi si sente il bisogno.
Iniziamo ad eliminare il numero chiuso nelle Università, in tutte le facoltà; i migliori non si selezionano con test a crocette a risposta multipla.

Oggi, in tempi di emergenza sanitaria severa, gli scienziati decidono le sorti del nostro paese (e per questo ci sentiamo più sicuri) e la politica ha appaltato il suo compito. E’ sintomatico tutto questo, ma chiaro e indicativo del fatto che in termini di utilità sociale e collettiva abbiamo bisogno di persone capaci, preparate, istruite, con alto senso dello stato. E’ finito il tempo dell’improvvisazione.

Giampaolo Bullegas