Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Nuove classi di concorso, il grido di dolore dei fotografi

Nuove classi di concorso, il grido di dolore dei fotografi

CONDIVIDI
Dopo i grafici, i chimici, i geografi e i tecnico-pratici è la volta dei docenti di fotografia. Anche loro, appartenenti alla classe di concorso A065, si dicono infatti fortemente preoccupati per la scarsa considerazione che il Miur sembrerebbe dargli nella formulazione delle nuove classi di concorso. Attraverso un documento ‘postato’ on line, l’Associazione nazionale fotografi e professionisti sostiene che “l’attuale riforma della Scuola Secondaria Superiore propone l’eliminazione della materia specifica fotografica (classe di concorso A065) per accorparla nella nuova A050: “Tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali” (che ingloba le materie: – Scienze e tecnologie applicate- Progettazione multimediale- Organizzazione e gestione dei processi produttivi – Tecnologie dei processi di produzione – Laboratori tecnici). Inoltre, la “nuova” classe A050 non è stata inserita nei programmi dei Licei Artistici”. I docenti abilitati nella materia, quindi, con il rinnovo delle classi di concorso delle superiori si ritroveranno obbligati ad insegnare solo in alcune tipologie di Ipsia (settore Industria e artigianato, settore Produzioni industriali e artigianali) e di istituti tecnici (settore Tecnologico, indirizzo Grafica e comunicazione). Con il rischio, che ne consegue, di perdere la titolarità qualora nella propria provincia non fossero presente o lo fossero in misura non sufficiente rispetto al numero di abilitati.
Secondo l’associazione dei fotografi, la superficialità con cui viale Trastevere starebbe trattando la disciplina d’insegnamento non riguarda però solo i docenti (che perderanno il posto di titolarità) e gli studenti (a cui non verranno più trasmesse le conoscenze specifiche della materia). La revisione peggiorativa “tocca più ampiamente tutto il settore fotografico, l’indotto e l’opinione pubblica”. I fotografi ravvisano, infatti, “la scarsa attenzione che – a differenza dei Paesi più avanzati – viene riposta dalle nostre Istituzioni nella Fotografia come linguaggio universale, mezzo di comunicazione, forma d’arte, mezzo di aggregazione. Riteniamo che la cultura, l’arte, la multimedialità, il giornalismo, ed in genere l’intero impianto delle comunicazioni e dell’arte in Italia trarrebbe grande beneficio da una maggiore coscienza – da parte delle Istituzioni – del valore, storico, attuale e futuro, della Fotografia”.
Oltre all’esigenza di dare un reale “riconoscimento pubblico della valenza pedagogica, comunicativa ed artistica della fotografia”, l’associazione coglie infine l’occasione per allargare i consensi al Coordinamento A065, affinché si mantenga la Fotografia come materia di insegnamento negli Istituti Superiori, e perchè ne venga prevista l’adozione anche in altri ambiti”.
Il tempo per operare modifiche in extremis c’è ancora: allargare l’insegnamento della disciplina in più tipologie di corsi, anche nei licei artistici, sarebbe ancora possibile. Rimane però da capire se al Miur sono d’accordo.