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Nuovi licei: salviamo il liceo economico sociale

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Non è sufficiente l’istituzione per riforma, servono tempi lenti lenti, lunghi lunghi, sono i tempi per la costruzione di un curricolo liceale. I nuovi licei sono stati istituiti nel 2010/11, da allora è cominciato un percorso che è andato delineando il liceo delle scienze umane opzione economico sociale, imperniato attorno alle discipline economiche e giuridiche. Già, tuttavia piovono pietre su quest’esperienza, dimostrando, ancora una volta, quanto la politica segua tempi e logiche poco in sintonia con quelli della costruzione (non trasmissione) culturale. 

E si pensa al liceo del made in Italy… che lo facciano, mah! Perché a discapito del liceo economico sociale?

Eppure basti pensare che in questi giorni abbiamo assistito inerti e inermi al cielo che cade sulla testa dell’Italia, di una parte importante del Paese che è l’Emilia Romagna, per non nutrire dubbi su come il battito d’ali di una farfalla qui e ora neanche sia percettibile, mentre altrove in un altro tempo provochi effetti non controllabili.

Sarebbe ingeneroso appellare disastri fenomeni di questo genere, (non c’entrano infatti niente con eventi come il non astro/disastro che fu la supernova osservata da Tycho Brahe nel 1572, che contribuì disastrosamente a far crollare il sistema tolemaico a favore di un ben più paritario modello, in cui il pianeta Terra fu collocato come “uno fra tanti” e poi così, a cascata, il sistema solare, la Via Lattea, etc..). Tuttavia certi uomini e donne, evidentemente, si sentono ancora i reali dell’universo.

Si minaccia di sostituire il liceo economico sociale con il liceo del made in Italy, mentre al contrario il made in Italy dovrebbe trovare la sua logica culturale, imprenditoriale e sociale, nell’ampia visuale dell’economia globale, contribuendo a riordinare il rapporto tra economia, società e ambiente, che non sono in una relazione paritaria ma fortemente gerarchizzata: l’economia deve sottostare alle istanze sociali che sono subordinate a quelle ambientali.

Ma come può il liceo del made in Italy, del “made” e dell’”Italy” perseguire la priorità dello sviluppo di un rapporto armonico con l’ambiente/pianeta, che necessita di una cura/cultura globale? Anche i temi/tempi urgenti delle migrazioni non possono essere gestiti con ottiche sovraniste ed economie locali ma soltanto in una visuale complessiva e complessa: non esistono muri che sappia costruire l’uomo, resistenti alle inondazioni provocate, in senso metaforico (le migrazioni) e concreto (le alluvioni) dalla miopia di una visuale locale e vicina.

Il liceo economico sociale è stato fondato e si va costruendo su istanze che necessitano di respiri ampi, ottiche globali, in un processo lento e lungo in cui le comunità scolastiche sperimentano e ricercano vie non brevi né semplici, le uniche tuttavia significative per affrontare le urgenze della modernità.

Giulia Cordone

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