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Omicidio Giulia Tramontano, “tanti femminicidi perché non si parla di sentimenti a scuola”: il dibattito

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Purtroppo, nella tarda serata di ieri, 31 maggio, è stato ritrovato a Senago il corpo della giovane Giulia Tramontano, ragazza incinta al settimo mese, scomparsa da sabato 27 maggio. A indicare dove si trovasse è stato il fidanzato, che ha confessato di averla uccisa.

Al di là delle considerazioni su questo orribile fatto di cronaca nera, infiamma in queste ore il dibattito sull’educazione ai sentimenti nelle scuole, alimentato da un articolo pubblicato su La Stampa oggi, 1 giugno. L’autrice, la giornalista Annalisa Cuzzocrea, afferma che, a suo avviso, il tasso di femminicidi in Italia non accenna ad abbassarsi in quanto manca un’azione concreta da parte delle scuole.

Troppi tabù a scuola

“Il dato sui femminicidi non cala da anni nonostante a livello legislativo tanto si sia provato a realizzare. Tanto, ma non abbastanza. Non cala perché non si è fatto – di pari passo col lavoro in Parlamento – un’opera di educazione profonda nel Paese, a partire dalle scuole. Non si parla di sentimenti e di come gestirli nelle nostre classi, è un tabù, sia mai arrivi il “gender”. Non si parla di sesso, meno che mai, anzi ci sono presidi che invocano l’epurazione dei baci gay dalle mostre fotografiche. Non si insegna alle ragazze quel che devono sapere fin dal primo giorno: al primo segno di violenza, prendi tutto e vai via”, queste le sue parole.

“Si tratta però oggi, adesso, purtroppo, per le ragazze di questo Paese, di capire come salvarsi finché quel lavoro profondo affinché un uomo impari che non può avere tutto non sia completato. E invece, purtroppo, quel che ci troviamo ancora ad insegnare è ad avere paura. Perché quel lavoro profondo sugli uomini, che elimini il desiderio di possesso e non di amore, di sopraffazione e non di cura, di assenza del limite, di riconoscimento di una violenza interiore che va curata, non lo abbiamo ancora nemmeno cominciato”, ha concluso la giornalista.

Educare per evitare i femminicidi, ma chi?

Su Twitter, però, in molti non si trovano d’accordo con questa filosofia: bisogna insegnare alla ragazze a salvarsi e scappare da situazioni pericolose prima che sia troppo tardi o ai ragazzi a rispettarle? In molti propendono per la seconda opzione. “Serve un’opera di educazione profonda: dobbiamo insegnare agli uomini a rispettare le donne, a non uccidere, a non attuare le tante forme di violenza, a non considerare le donne una proprietà!”, questo uno dei commenti.