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Ondata di scioperi in arrivo nella scuola

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Mentre nelle più importanti città del nord dilaga la protesta per i tagli sugli organici (e in particolare sul tempo pieno nella scuola primaria) e mentre il sindacalismo di base scalda i motori in vista dello sciopero del pubblico impiego e dell’intero comparto scuola proclamato da RDB-CUB Scuola per il 30 marzo, i confederali annunciano che il 16 aprile insegnanti e personale Ata si asterranno dal lavoro per chiedere l’immediata apertura del tavolo contrattuale.
Proprio nella mattinata del 12 marzo, infatti, è fallito il tentativo di conciliazione in quanto i sindacati hanno considerato del tutto insufficienti le risposte date dall’Amministrazione. Francesco Scrima, segretario generale di Cisl-Scuola, parla di “irresponsabile latitanza del Governo” e di “ritardo vergognoso” nell’avvio della trattativa.
Scrima accusa anzi di ipocrisia le forze politiche (ma il termine è ovviamente rivolto al Governo e alla maggioranza che lo sostiene) che a parole “rivendicano una scuola di qualità quale motore di sviluppo e di crescita del paese”, ma di fatto chiedono alla scuola stessa di “affrontare e risolvere da sola problemi che sono causati dalle rinunce e dalle fughe educative di una società senza padri e senza regole”.
Meno drastico, ma non certamente accomodante, Enrico Panini (Cgil-Flc) ricorda che oltre al problema del rinnovo contrattuale ci sono altre questioni da affrontare: i tagli agli organici, la carenza di fondi per il pagamento delle supplenze e il mancato avvio delle procedure per l’assunzione dei precari.
Emergono anche dati tenuti finora nascosti: le risorse previste per la funzione tutoriale nel I ciclo di istruzione (un centinaio di milioni di euro) si sono persi nei meandri della contabilità statale e non si sa se potranno essere utilizzate per il prossimo contratto; e a questo punto sorge il sospetto che la cancellazione del tutor, prevista dall’accordo Aran-Sindacati del 17 luglio scorso, sia stata voluta dal Ministro non tanto per motivi culturali e politici, quanto per un semplice calcolo economico.
Ma la decisione dei confederali viene ridicolizzata dai Cobas che definiscono lo sciopero del 16 aprile uno “sciopericchio” che servirà tutt’al più a prolungare le vacanze pasquali e annunciano una mobilitazione generale del comparto per l’11 maggio (sciopero e manifestazione nazionale a Roma).
A partire dai prossimi giorni, intanto, in alcune città insegnanti e genitori scenderanno in piazza per chiedere il mantenimento del tempo pieno e la restituzione dei posti tagliati dalla finanziaria: la prima manifestazione è in programma a Bologna per il 16 marzo e sarà il banco di prova sul quale si misureranno i rapporti di forza fra sindacati, movimento e forze politiche.
E già si preannunciano iniziative analoghe a Milano e a Torino.
E’ quindi probabile che, per “smontare” la protesta, nelle prossime ore il Ministro possa annunciare qualche misura a favore della scuola.