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Ore di sostegno, le famiglie messe alla porta: “La Buona Scuola ignora gli alunni disabili”

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Sarà presto operativo il decreto 66 del 2017 in delega alla legge 107/2015 relativo alla promozione dell’inclusione scolastica.

Tale decreto, però, non piace alle famiglie degli alunni disabili, dato che andrebbe ad intervenire su decisioni delicate, come l’assegnazione delle ore di sostegno, che secondo quanto stabilito dalla legge 104 del 1992, dovrebbe comprendere la partecipazione della famiglia e dei docenti.

Dal GLHO al GIT: ore di sostegno assegnate da chi non conosce gli alunni disabili

Infatti, la principale novità prevista dal decreto inclusione n°66/2017, consiste proprio nel passaggio di responsabilità dal GLHO al GIT, per quanto riguarda le ore di sostegno agli alunni disabili all’interno della redazione del PEI.

Il GLHO, (Gruppo di lavoro Operativo per l’alunno con disabilità), è un gruppo pluridisciplinare composto da: docenti di sostegno, docenti di posto comune, operatori sanitari. A questi, si affianca la partecipazione della famiglia, che, come previsto dalla legge 104 del 1992 e dal DPR di attuazione 1994, ha il compito di redigere congiuntamente agli altri soggetti già elencati il PEI (Piano educativo individualizzato) in favore dell’alunno con disabilità.

Il decreto 66/2017, introduce, all’art. 9, notevoli cambiamenti per quanto riguarda i gruppi di lavoro per l’inclusione scolastica. Stiamo parlano dei commi 4-7 che prevedono l’istituzione per ogni ambito territoriale di un Gruppo per l’inclusione territoriale (GIT). Si tratta di un gruppo che sarà composto da un dirigente tecnico o scolastico (che lo presiede), da tre dirigenti scolastici dell’ambito territoriale, da due docenti per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione e da uno per il secondo ciclo di istruzione, nominati con decreto dell’USR.

Il GIT riceverà dai dirigenti scolastici le proposte di quantificazione delle risorse di sostegno didattico, le verificherà e formulerà la relativa proposta all’USR. Comprese quindi le ore di sostegno da assegnare a ciascun alunno disabile.

Inoltre, la procedura di assegnazione delle risorse per il sostegno, prevede che una sorta di mediazione fra tra le richieste dei dirigenti e l’assegnazione delle stesse da parte degli uffici scolastici.

Oltre a tale meccanismo complesso, quello che più scontenta famiglie e docenti di sostegno, è che il GIT sarà un gruppo che di fatto, non conoscerà direttamente gli alunni, le classi, le risorse disponibili e  il contesto. Ma dovrà prendere decisioni molto importanti

La petizione lanciata da alcuni genitori, infatti, tende ad evidenziare tale aspetto: “l’art. 7 del DLGS 2017 n. 66, ‘Piano Educativo Individualizzato’ non prevede il potere del GLHO di indicare le ore, perché una volta abrogata per legge la norma che oggi attribuisce questo potere al GLHO, quest’ organo finirà per occuparsi di altro! Non avrà più il potere di indicare le ore di sostegno necessarie per l’alunno/a con disabilità!”

La 107 ha eroso la legge 104 e allontanato i genitori degli alunni disabili

A La Tecnica della Scuola l’associazione Genitori Tosti in tutti i posti esprime la propria contrarietà per il nuovo provvedimento, che vedrebbe, appunto, assottigliarsi ulteriormente la presenza delle famiglie nelle scelte che andranno sul PEI: “con questo decreto si elimina l’ultimo baluardo delle famiglie per lottare direttamente per i diritti dei loro figli disabili, dichiara il vicepresidente Giovanni Barin. Il problema non è il decreto 66/2017, ma l’intera legge 107. La Buona scuola è una legge sbagliata, che non considera i diritti degli alunni disabili e perché ha eroso la legge 104, che era il nostro riferimento principale.

Per l’associazione il problema del GLHO non è nuovo, ma anzi, è stato portato avanti anche in passato con 3 campagne dedicate. Piuttosto, le famiglie sottolineano che sono stati ridimensionati i GLHI, momento cruciale di programmazione e confronto sulla gestione della disabilità nelle singole scuole, e anche i GLIP (dove, le famiglie potevano interagire e conoscere la programmazione e situazione scolastica) eliminando così il confronto su scala territoriale/provinciale. “In questo quadro, continua Barin, dobbiamo aggiungere il fatto che così facendo si ignora anche la Convenzione ONU”.

Per Barin, sarebbe necessario tornare al rispetto della 104, senza però fermarsi lì, ma proporre delle migliorie: “Le famiglie devono stare al centro dell’inclusione, così come il docente di sostegno. La legge 104 garantiva tutto ciò. Forse bisogna migliorarla, ma partendo da quella, con il supporto delle associazioni, si potrebbe arrivare a garantire una vera inclusione scolastica, che vada oltre le terminologie rinnovate”.

Risparmiare sulle ore di sostegno per il bilancio?

In pratica, le famiglie e i docenti prima di tutto, chiedono di intervenire almeno sulla scelta delle ore di sostegno nel PEI. Anche se, si tratterebbe ugualmente di una toppa. L’ennesima.
Ne è convito anche Ernesto Ciracipresidente MiSoS (Movimento insegnanti di sostegno), che critica l’introduzione del GIT: “Tale organo di nomina burocratica è composto da tecnici che non hanno nessuna conoscenza diretta dell’alunno, dichiara Ernesto Ciraci, pertanto si opera un preoccupante cambio di rotta con la precedente normativa che prevedeva invece  la quantificazione delle ore di sostegno attraverso il PEI così come previsto dal comma 5 art. 10 della Legge n 122/10. La grande paura consiste nel fatto che attraverso questa nuova procedura ci possa essere ‘un risparmio’ sul numero delle ore per motivi di bilancio, che proviene da un organo che non conosce oggettivamente e direttamente i bisogni dei nostri alunni.

“Il nostro auspicio, conclude Ciraci, è che il nuovo governo prima dell’entrata in vigore della nuova procedura, apporti dei correttivi a tutela del diritto allo studio per gli alunni con disabilità, rintroducendo il comma 5, art. 10 della legge n 122/10 ossia la quantificazione delle ore tramite PEI, peraltro come stabilito anche dalla stessa Legge 104/92”.