Home Personale Pensioni, quali misure per non penalizzare il mondo della scuola? I sindacati...

Pensioni, quali misure per non penalizzare il mondo della scuola? I sindacati rispondono

CONDIVIDI

Prima di Natale, la Tecnica della Scuola ha realizzato un approfondimento chiedendo ai principali sindacali del mondo della scuola la propria opinione sull’attualità scolastica.

Tra i temi trattati c’è anche quello delle pensioni, della cosiddetta “Quota 100” che potrebbe interessare una vasta platea di docenti e personale Ata.

In realtà, al momento, si brancola ancora nel buio in attesa del decreto che sarà reso noto dopo la Befana.

Proprio su questa mancanza di informazioni sono concordi tutti i sindacati: dalla Flc Cgil alla Gilda.

Le posizioni dei sindacati

Per la Flc Cgil, “una penalizzazione per il mondo della scuola deriverebbe dall’introduzione di meccanismi di finestre di uscita che, sembrerebbe, per i dipendenti pubblici sposterebbero in avanti di 6 mesi l’uscita per pensionamento dalla data di maturazione.  In questo caso il personale della scuola, che è condizionato da una sola finestra di uscita alla fine dell’anno, si troverebbe nella condizione di non potervi più accedervi, pur avendo i requisiti, se non prevedendo la riapertura dei termini o meccanismi di tutela specifici”.

Proprio questo ultimo aspetto è sottolineato dalla Cisl Scuola: “se per esempio si ragiona di finestre di uscita, andrebbe considerata la particolare condizione del personale scolastico che va in pensione solo il 1° settembre; se ne tenga conto, altrimenti il rischio è che nuove opportunità, se ci saranno, slittino per chi lavora nella scuola all’anno successivo”.

Uil Scuola e Snals, invece, parlano di correttivi. Per Pino Turi “l’unica soluzione sarebbe quello di prevedere nella legge collegata alla legge di bilancio, una misura per la riapertura dei termini. Provvedimento indispensabile per consentire a coloro che dovessero raggiungere i requisiti di poter accedere alla pensione, già dal 1°settembre 2019″.

Per Elvira Serafini, invece, il correttivo potrebbe essere quello di prevedere la possibilità di andare in pensione, per chi si avvarrà della quota 100, durante tutto l’anno scolastico, come, per esempio, pensionamento per inabilità, salvaguardie e altro”.

La Gilda, invece, fa un’altra proposta che mira a salvaguardare i docenti negli ultimi anni di carriera: “il Governo potrebbe introdurre delle misure per alleggerire il carico di lavoro che grava sui docenti più anziani. Da anni la Gilda chiede che negli ultimi 5 anni di servizio gli insegnanti possano sommare part-time e pensione o, in alternativa, dimezzare l’orario di lavoro utilizzando la quota residua per attività di tutoraggio dedicate ai colleghi giovani”.